Tutti. Presidente, responsabile, dell’area tecnica, allenatore, compagni e persino tifosi. Almeno nelle sortite pubbliche, quelle dove non si possono sbagliare gesti e parole. Perinetti e Iachini hanno confermato la fiducia al portiere albanese, che poteva scendere in campo solo in caso di bandiera bianca di Sorrentino. I tifosi hanno finto di dimenticare mesi di papere e incertezze che hanno depauperato quel patrimonio di partite poi decisive per la retrocessione. Illuminati dal dio del perdono, i sostenitori rosa hanno applaudito Samir sin dall’ingresso in campo con il Latina.

Lui non ha commesso errori evidenti, eppure il Palermo ha perso. Questione di fiducia, quella di campo, che parla un’altra lingua rispetto alle parole. È un caso se Milanovic e Munoz hanno macchiato la loro partita con topiche mai viste prima? Due volte la stessa incertezza individuale che ha spianato la strada agli avversari. Un conto è sapere di avere alle spalle un mostro sacro come Sorrentino, che ti guida, ti dà una svegliata, ci mette una pezza se sbagli. Un altro è la mancanza di sicurezza.

È chiaro, certi discorsi non verranno mai fuori dalle teste dei protagonisti. Al massimo la società potrebbe ricorrere ai ripari acquistando un altro portiere a gennaio, ancor più se Sorrentino cedesse alla corte del Bologna, alla disperata ricerca di un numero 1. Questa però non è l’intenzione dello stato maggiore rosa, sempre convinto (o pseudo-convinto) che Ujkani sia affidabile e prima o poi si prenderà la scena. Lui intanto incassa i complimenti - sentiti o meno - ringrazia e guarda avanti, convinto di diventare prima o poi il titolare del Palermo. La fiducia è importante, a cominciare da quella in se stessi. Speriamo che basti.