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Palermomania:| I meriti di Mutti

Palermomania:| I meriti di Mutti

Qualcuno sostiene che gli allenatori più bravi sono quelli che fanno meno danni. Chi scrive non la pensa proprio così, anche se certamente evitare di pasticciare è un buon punto di partenza. Senza badare alla filosofia - perché lui è un pratico uomo di campo -, Lino Mutti comincia a conoscere il suo Palermo: sono spariti gli esperimenti cervellotici, come Acquah esterno destro di spinta nel capitombolo contro il Napoli, a beneficio di un più congeniale disegno di squadra. Basato sulle fondamenta più elementari: ognuno al proprio posto a fare il proprio lavoro, e qualche intuizione per sparigliare le carte.

Su Viviano non c’è bisogno di dire nulla, perché il nuovo portiere rosanero ha alle spalle un ragguardevole retroterra in serie A. La sorpresa, piuttosto, è stato Donati, uomo di Mutti per il quale ha spinto anche Zamparini: l'ex Celtic non è un regista classico, ma in un tempo ha fatto più verticalizzazioni lui che non tutti i centrocampisti nelle precedenti 18 giornate di campionato. Del resto il gioco del calcio, almeno nella teoria, è semplice: basta stare in campo a testa alta e azzardare il passaggio sul movimento dell'attaccante.

Donati, leader e presenza di peso - non solo in senso metaforico - nella mediana, è sembrata la ciliegina su una torta che fin qui non era nemmeno stata infornata. E poi Budan. Mutti, con coraggio, lo ha preferito a Pinilla, attaccante 'gerarchicamente' superiore. Il croato, stoicamente ad alti livelli nonostante i dieci (dieci!) interventi chirurgici subiti in carriera, ha difeso, ha lottato, ha fatto salire la squadra, ha segnato e ha pure mandato in gol Miccoli. Chiedetegli di più e vi rinchiuderanno. Merito al tecnico di averlo scelto, e merito a Igor per la perseveranza.

Infine Ilicic, che purtroppo, ancora, ogni tanto si assenta. Anziché sdoganarlo sulla trequarti, Mutti lo ha schierato a destra in un tridente posticcio con Miccoli e Budan per allargare le maglie della difesa del Genoa, già disperato di per sé: lo sloveno ha fatto il suo consentendo di aprire voragini al centro sulle quali le bocche di fuoco rosa hanno banchettato. Firmando una vendemmiata di cinque gol che nessuno avrebbe mai osato sperare. Alla fine della fiera la soluzione giusta è sempre la più semplice: prendere i giocatori giusti e metterli al posto giusto, senza inventare nulla.

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