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  • Palermomania: il nuovo Ungaretti

    Palermomania: il nuovo Ungaretti

    Si sta come tutto l’anno sulla panchina del Palermo gli allenatori. Ai giorni nostri Ungaretti avrebbe rivisitato così la sua immortale Soldati. E forse, prima o poi, Zamparini sarà davvero nominato cavaliere del lavoro per tutto il bene che sta facendo alla categoria dei tecnici. Gli scettici, in questo caso da definire semplici osservatori della realtà, hanno avuto ancora ragione: Gattuso è soltanto l’ennesima vittima della bomba posizionata sotto la panchina del Palermo. L’ex centrocampista del Milan è durato solo sei partite, otto considerando anche le due in Coppa Italia.

    Le quattro sconfitte - ben il 50% - sono un numero troppo alto. La bruttezza, se non addirittura l’inesistenza del gioco è un dato non quantificabile. Ma in fondo è la causa principale dell'esonero. Il Palermo, nettamente più forte di ogni rivale incontrato fin qui, ha sempre tirato a campare per 90 minuti, cavandosela alla bisogna soltanto con le giocate dei singoli. E non si vedeva nessuna luce in fondo al tunnel. È vero che col proverbiale senno di poi è impossibile sbagliare, ma probabilmente l’errore è stato fatto a monte: Gattuso, un novizio della panchina, è stato un azzardo troppo grande di Zamparini.

    Non a caso Perinetti, dirigente molto meno capriccioso, voleva a tutti i costi Iachini, che era già allenatore del Palermo in pectore prima dell’’invenzione’ Gattuso. Il tecnico marchigiano, specialista in promozioni dalla B alla A (già tre in carriera con Brescia, Chievo e Samp) è la scelta più logica, quella che in tanti avrebbero fatto all’indomani dell’addio di Sannino. Considerando il rapporto tra l’organico del Palermo e quello degli altri club, sarebbe da pazzi, adesso, fallire il ritorno nel calcio che conta. La speranza è che Zamparini ci metta sempre meno il naso e lasci fare gli altri senza i suoi soliti interventi di pancia. Qualcuno protegga Iachini.

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