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  • Palermomania:| Il ritorno che non ti aspetti

    Palermomania:| Il ritorno che non ti aspetti

    La strana storia di Fabio Liverani. Solo qualche settimana fa era una zavorra, tanto che aveva preparato le valigie per fare il romano in America, giusto per parafrasare il bellissimo film con Alberto Sordi. Poi è rimasto, un po' per i soldi, un po' per l'orgoglio. Nei suoi quasi tre anni a Palermo, il ruolo fuori dal campo lo ha cambiato spesso: da unico uomo di qualità in un centrocampo di guerrieri a salvatore della patria ('Ci manca un giocatore come Liverani', si sentiva ripetere spesso quando era infortunato), fino ad arrivare a bollito o giù di lì. Da una settimana è tornato Rossi, che aveva bisogno di affidarsi a gente di esperienza, altrimenti detta 'con le palle'. E Fabio ha risposto presente.

    Domenica, contro il Cesena, ha dimostrato che quando nelle vene ti scorre il talento vero puoi giocare anche con le infradito e la sigaretta in bocca. Mai troppo mobile e con i suoi movimenti al rallenty, Liverani è tornato a regalare calcio di qualità pura. Il sinistro di prima ad aprire il corridoio per Balzaretti, poi assist-man per Kurtic, è roba da... Liverani. Punto. Il gioco è sempre partito dai suoi piedi, proprio come un tempo neanche troppo lontano. E, sorprendentemente, l'apporto del numero 11 si è visto anche in fase di copertura. Certo, non tutti gli avversari sono il Cesena, ma un Liverani così è un valore aggiunto.

    Sono pochi i calciatori capaci di rialzare la testa quando non te l'aspetti. Per farlo, devi avere dosi massicce di personalità. E anche in quello Liverani è un professore. Già allenatore in campo e fuori, il regista romano è rimasto un uomo di spogliatoio anche quando sembrava che la sua vita in rosanero fosse finita. È stato uno di quelli che ci ha messo la faccia nella contestazione post-derby, affrontando i tifosi insieme a Balzaretti, Migliaccio e Pinilla. Da carneade a titolare nel giro di un attimo: Liverani non ha perso l'occasione. E chissà che alla fine della stagione, quando lascerà Palermo, non avrà quello che si merita: un addio con il sottofondo degli applausi.

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