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  • Palermomania: la fortuna non basta
Palermomania: la fortuna non basta

Palermomania: la fortuna non basta

  • Daniele Valenti

Il tempo è sempre relativo. Giovanni Tedesco, grande ex rosanero, era un professorino dei tempi di inserimento che gli sono valsi la palma di centrocampista dal gol facile. Le interviste - e la loro tempestività - sono un’altra cosa: ci sembra discutibile sostenere che ‘con Gattuso in panchina il Palermo avrebbe ottenuto gli stessi risultati’. Il mondo è bello perché è vario: un allenatore ci piace e un altro no, stesso discorso per un giocatore, idem un parere. Il Palermo adesso è primo e buona parte del merito è di Iachini, professore emerito, e non professorino, di Serie B.

Con quell’organico bastava mettere a posto qualcosina e soprattutto smettere di sentirsi già promossi honoris causa. Il velleitario 4-2-3-1 di Gattuso, con quella trazione garibaldina, è un’alchimia tattica difficile da perseguire; il 3-5-2 di Iachini è più a misura di risultato, seppur spesso lontano dallo spettacolo. La partita contro la Ternana non rientra in nessuna casistica, vuoi per le assenze del Palermo (Munoz, Milanovic, Daprelà, Barreto e Verre) vuoi perché gli umbri hanno sbagliato l’impossibile davanti ad Ujkani. Ieri è stato decisivo l’inacquistabile sul mercato, la fortuna che inizia con la c.

Lo ripetiamo ormai da settimane, e le alte sfere di viale del Fante se lo sussurrano continuamente, se è vero che Iachini in ogni conferenza stampa torna sul fatto che ‘a gennaio c’è da aggiustare qualcosa’. Innanzitutto il Palermo deve sfrondare un po’ di rami secchi (da Struna a Lores, solo per dirne un paio) e poi comprare 3-4 giocatori per iniziare a costruire una struttura da Serie A. I rosa sono primi e probabilmente centreranno la promozione senza troppi affanni, ma una squadra del genere oggi avrebbe serissime difficoltà a competere perfino con il Catania. Ci siamo capiti.

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