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  • Palermomania:| Lunga vita a Mangia
Palermomania:| Lunga vita a Mangia

Palermomania:| Lunga vita a Mangia

Il grande vezzo dei tifosi, duro a morire come la gramigna, è la capacità di 'banderuolizzarsi' ogni lunedì. Prendete il caso del Palermo: dopo le sonanti vittorie casalinghe, Mangia profumava di una cascata di rose o di una pioggia di margherite; dopo due sconfitte consecutive, profondamente diverse nella gestazione, lo stesso Devis si è trasformato in un venditore di fumo, magari 'inesperto'. Ovvio che sia inesperto, ma anche i bravi devono cominciare. E sbagliare, in tranquillità. Certo, non si può perdere come contro il Milan, quando sembrava che in campo ci fossero undici pecorelle pavide destinate al macello. Il ko dell'Olimpico è tutt'altra cosa, perché gli episodi hanno girato male e Lamela ha vinto la lotteria. Di contro, per il normale giro della ruota dei numeri, capiterà che il Palermo vincerà una partita mungendo la mammella della fortuna.

Mangia ha delle idee che funzionano e sta cercando di mettere gli interpreti nelle condizioni migliori per applicarle. Nel Palermo non c'è un regista, e Barreto al massimo può farne il surrogato. Ecco perché il tecnico di Cernusco, fino a San Siro, aveva insistito sul 4-4-2 che non si era mica rivelato pernicioso, giacché i punti erano (e sono ancora, purtroppo) dieci. La storia che Devis si sia montato la testa per l'incenso dei media è da affabulatori: conoscendo il modo di essere dell'allenatore rosa, la sua capoccia è ancora sul pezzo. L'equilibrio di giudizio suggerisce che forse il Palermo ha perso qualcosa in termini di qualità, sebbene la forbice di scelte, pescando dalla panchina, sia più ampia. Noi la pensiamo sempre allo stesso modo: Mangia va lasciato lavorare perché ha le palle.

Difficile non avallare la tirata di orecchie a Ilicic, che con la squadra in difficoltà a Roma 'si faceva bello' prima di entrare al posto di Zahavi. Il tecnico si è trasfigurato e gli ha intimato di rimettersi la pettorina minacciando di lasciarlo ammuffire in panchina (a questo punto il rischio è grosso per l'immediato futuro). Poi, com'è giusto che sia, Mangia ha pensato alla priorità, il Palermo, e ha fatto il cambio, sebbene lo sloveno avesse davvero la lena di chi si apprestava a giocare un derby scapoli contro ammogliati, per di più afflosciati dal proverbiale 'abbiocco' post-pranzo. Per il bene del club prima e di Devis poi, invochiamo la divinità protettrice degli allenatori, il Risultato; se proprio dovesse voltare le spalle, invochiamo la pazienza. Quella del presidente, che di palle ne ha anche lui tante. Di pazienza invece...

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