'È stata la peggior partita da quando faccio l'allenatore'. La saggia assunzione di responsabilità di Sannino è il manifesto dell'orrore che ha mostrato il Palermo domenica scorsa. Peggio non si poteva cominciare. Non tanto per la sconfitta, perché ci sta di perdere contro il Napoli. Di certo, però, non in queste proporzioni. Il Palermo è sembrato arrendevole, primo di mordente, in debito d'ossigeno in alcuni frangenti della partita, quando il Napoli scivolava sul velluto e i rosa arrancavano sulle sabbie mobili della loro palese inferiorità.

I tifosi sono giustamente delusi, ma da qualche parte comincia a soffiare una brutta aria. Qualcuno parla addirittura di un organico da Serie B e di un allenatore incapace. E siamo solo alla prima giornata. Il tifoso, lo abbiamo detto tante volte, è l'uomo ondivago per antonomasia, capace di esaltarsi per un 4-1 in amichevole e deprimersi per una sconfitta senza appelli. L'obbligo di chi osserva professionalmente, però, induce all'equilibrio, una delle forze più preziose della vita. Il Palermo ha fatto malissimo ed è praticamente impossibile salvare qualcosa, ma è assurdo tracciare bilanci adesso.

È pur vero che questa rosa ha delle lacune evidenti: mancano gli esterni, un centrocampista con certe caratteristiche, e la difesa non offre adeguate garanzie. Ci sono poche ore prima che suoni il gong del mercato, e la società deve muoversi. Nemmeno un allenatore bravo e di polso come Sannino può fare miracoli allo stato dell'arte. Al di là dell'interventismo, comunque, bisogna lasciare lavorare un allenatore che raramente ha fallito in carriera. Fiducia e pazienza, quelle che Zamparini, almeno in prima battuta, sembra avergli concesso. Ci auguriamo che il presidente lo faccia ancora, anche in caso di sconfitta contro la Lazio. Non si può cercare il tramonto quando il sole è appena sorto.