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  • Palermomania:| Quando meno te l'aspetti
Palermomania:| Quando meno te l'aspetti

Palermomania:| Quando meno te l'aspetti

Sesto posto con 13 punti in 8 partite, -3 dalla vetta e trasferte insidiose contro Lazio, Milan e Roma già alle spalle. Migliaccio, tra i giocatori più forti testa - e non solo a colpire il pallone in elevazione - sostiene che è il Palermo la vera sorpresa del campionato, fatta la tara al triathlon in panchina e alle porte scorrevoli in organico. Ieri, al cospetto del volitivo ma vulnerabilissimo Lecce, c'è voluto anche 'un pizzico di fortuna', ma la dea bendata è lunatica di natura: qualche giorno prima, all'Olimpico contro la Roma, la banda di Luis Enrique si è aggrappata al 'fattore C' per battere la squadra di Mangia. Gira e rigira, viene voglia di guardarla la classifica, perché 'questi ragazzi straordinari' se lo meritano, ha detto a caldo un Mangia rinfrancato. L'importante è non incantarsi a guardare, perché se si culla il Palermo si pietrifica.

Come non era il caso di intonare il de profundis in coda alle due sconfitte consecutive, adesso non è saggio affidarsi ai peana. Intanto perché dopodomani si va nella tana dell'Udinese, che al 'Friuli' ha sempre vinto. E poi perché l'equilibrio di giudizio, nel calcio, è difficile ma vitale per non buttare tutto all'aria. Qualche conto, però, lo si può già fare: passano gli anni, cambiano gli uomini, ma il Palermo riesce sempre a costruire una buona squadra. La coppia Silvestre-Cetto è un sigillo di qualità e sicurezza formato Europa, il multiuso Barreto serve come l’amaro dopo un pasto abbondante e i giovani talenti crescono, vedi Pisano, Acquah, Zahavi ed Hernandez.

Cosa chiedere, dunque, a questa Serie A? Citiamo Migliaccio: 'Vogliamo far divertire la gente e stare nella parte sinistra della classifica'. Ovvero tra le prime dieci. Vola basso il difensore-centrocampista napoletano, del resto è così che si è costruito un'onesta carriera, trapuntata di sacrifici e di piccole, grandi soddisfazioni. Un po', più in generale, come il Palermo, che dal ritorno nel gotha del calcio (2004) bene o male ha sempre sostato vicino alle inarrivabili grandi. Non come il Genoa o la Fiorentina, capace di prendersi la Champions ma anche di rischiare la retrocessione. Il Palermo, prosaicamente, è una sorta di terra di mezzo. Dove, in fin dei conti, si sta sempre bene. Anche quando non te lo aspetti.

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