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  • Palermomania:| Tempo e pazienza

    Palermomania:| Tempo e pazienza

    Mentre si allargano i rubinetti francesi, si restringono - e, perché no, si asciugano - quelli italiani. Col (triste) risultato che il nostro mercato è di fatto schiavo di quelli esteri. Di soldi in Italia non ne girano; la diretta conseguenza è una giostra povera di affari, senza il proverbiale effetto domino che produce trasferimenti a cascata. Il Palermo, ad esempio, è stato costretto a cedere giocatori importanti in prestito, spesso gratuito, pur di sfrondare una rosa obiettivamente troppo ampia. Prima Silvestre, poi Bacinovic e Acquah, a breve Viviano e Della Rocca.

    Ovviamente anche il Palermo dovrà comprare per riempire i vuoti dell'organico, troppo ampio in alcune posizioni, scarno in altre. Dopo la cessione di Silvestre, serve un difensore centrale già scafato: Munoz, Milanovic e Labrin accanto a Mantovani non bastano. Per diffondere il verbo del 4-4-2, inoltre, non si può prescindere da almeno un esterno di ruolo, giacché il solo Brienza garantisce l'espletamento delle idee di Sannino. Zahavi, Bertolo o Ilicic, in questo senso, sono come la Minetti in politica: adattati, sanno fare meglio altro. La ciliegina sarebbe una prima punta da 10-15 gol per sublimare il lavoro di Miccoli, Hernandez e del progetto a lunga scadenza Dybala.

    Perinetti, che non disdegna mai un'intervista (seppur costellata di retorica), assicura che il club farà poco in entrata. Ma come si conviene per un dirigente d'annata come lui, una dolce bugia è quasi sempre un obbligo. Di nomi se ne sono fatti tanti, tra Canini e Rossettini, Schelotto e Giorgi, Floccari e Pozzi. Qualcuno - non necessariamente i nominati - arriverà, perché altrimenti il Palermo sarebbe una creatura monca ancora prima di nascere. Le alte sfere di viale del Fante ne sono consapevoli. E tergiversano aspettando il momento giusto. Perinetti e Zamparini, in altre parole, non vogliono farsi prendere per il collo.

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