Calciomercato.com

  • Pandev passa da Benitez a Prandelli: 'Italia ti devo tutto, mi mancherai'

    Pandev passa da Benitez a Prandelli: 'Italia ti devo tutto, mi mancherai'

    Ecco l'intervista di Goran Pandev a Francesco De Luca su Il Mattino di oggi. 
     
    Dal triplete con Mourinho alla quarta stella con Prandelli. «Ho vinto con l'Inter, spero di vincere anche con il Galatasaray. Ma non dimentico i successi con il Napoli, le due coppe Italia che in quella città trasmettono l'emozione di una Champions». Goran Pandev è da quattro giorni a Istanbul, si prepara al debutto contro l'Eskisehirdomenica 14. Intanto, fa il bilancio di una carriera, di una vita. «Perché in Italia sono arrivato nel 2001 e l'Italia ha rappresentato la parte più importante per me. Avevo 17 anni quando sono partito dalla Macedonia e in questo Paese mi sono sempre trovato a mio agio, e' la mia seconda casa. Ho vinto e ho conosciuto persone meravigliose. Ringrazio le tante persone che lavorano dietro le quinte di club con passione e dedizione: massaggiatori, magazzinieri, fisioterapisti, accompagnatori, tanti professionisti e soprattutto amici. E' accaduto questo anche a Napoli. A un certo punto ho immaginato di chiudere la carriera in maglia azzurra, ma poi...». 

    Già alla fine della scorsa stagione si era intuito che non ci sarebbe stato più spazio per Pandev. 
    «E questo mi è dispiaciuto anche perché non l'ho capito. Ho avuto un rapporto straordinario con i compagni e con la società. Napoli è stata una scelta fatta con il cuore tre anni fa, quando ho deciso di ridurre l'ingaggio che percepivo all'Inter e di accettare questa proposta. I primi
    due anni con Mazzarri sono stati fantastici, abbiamo vinto la Coppa Italia e conquistato due volte la qualificazione in Champions League, e credo che nella stagione del secondo posto avremmo potuto vincere lo scudetto ma trovammo una super Juve». 

    Poi è arrivato Benitez, suo allenatore anche all'Inter per cinque mesi nel 2010, dopo il triplete con Mourinho, e lo spazio si è ridotto per Pandev. 
    «Dovete chiedere a Benitez, non a me, perché sono andatovia da Napoli. Ho sempre rispettato l'allenatore e le sue scelte, mai un litigio. Mi sono impegnato al cento per cento e, quando ho giocato, ho fatto quello che lui mi chiedeva. Piuttosto, faccio un'altra osservazione». 

    Quale, Goran? 
    «Quando sono arrivato a Napoli tre anni fa, ho trovato un grandissimo gruppo. C'era affiatamento, ci sono stati importanti risultati: siamo arrivati al secondo posto e abbiamo conquistato la qualificazione in Champions, nell'ultima stagione invece il Napoli si è piazzato terzo e non parteciperà alla prossima Champions. Su questo bisogna riflettere. Io non giudico, le scelte sono fatte dalla società, con cui, ripeto, ho avuto un'ottima relazione». 

    E allora? Il problema è stato Benitez? 
    «I fatti dicono che il Napoli di Mazzarri è stato, pian piano, smontato. Prima è andato via Cannavaro, poi De Sanctis, Behrami, Dzemaili, Pandev... Un anno fa sono arrivati tanti nuovi giocatori, alcuni forti come Higuain, e non c'è stato alcun problema personale per me: ho legato molto con il Pipita, ad esempio. La società ha deciso di voltare pagina quando è andato via Mazzarri, ma non capisco perché si sia chiuso così bruscamente, da un momento all'altro, un ciclo che aveva dato tante soddisfazioni ai tifosi: questo mi ha sorpreso». 

    Un cambio così radicale non era avvenuto all'Inter quattro anni fa con Rafa? 
    «Era rimasto solo cinque mesi, non c'era stato tempo. A Napoli sono stati messi da parte tutti i giocatori che facevano parte della precedente gestione. Confrontate le due formazioni...». 

    Con Mourinho, nei sei mesi all'Inter, era andata diversamente: tante partite, tre trionfi. 
    «Ricordo con piacere tutti gli allenatori che ho avuto in Italia. Delio Rossi che mi ha aiutato a crescere, Jose' che mi ha insegnato come si diventa campioni, Mazzarri che mi ha voluto fortemente a Napoli per rilanciarmi. Mi hanno dato fiducia e la fiducia per un calciatore è tutto. In Italia sono stato bene, questo Paese mi ha aiutato ad essere prima uomo e poi calciatore. Ho sempre pensato di prendere la cittadinanza italiana. Iscriverò i miei figli presso una scuola internazionale di Istanbul affinché possano continuare a parlare la lingua».

    Cos'altro le ha dato l'Italia? 
    "La possibilta' di conoscere e lavorare con i miei procuratori che hanno sempre lottato con determinazione e coraggio al mio fianco. Nei momenti più difficili sapevo di essere in buone mani". 

    Di Napoli cosa ricorda? 
    «Le due vittorie in Coppe Italia, anche se l'ultima, quella dello scorso maggio, è stata turbata dalla morte di Ciro Esposito. Napoli regala emozioni straordinarie, i tifosi trasmettono una grandissima energia. E poi come potrei dimenticare  la doppietta alla Juve nel 2011? Che urlo ascoltai al San Paolo». 

    Ma a 31 anni non si può vivere già di ricordi. 
    «Infatti, si è aperto un nuovo importante ciclo. Sono arrivato in una città stupenda e in una squadra prestigiosa. Ho trovato Prandelli motivatissimo. L'obiettivo è vincere la quarta stella, il ventesimo scudetto nel calcio turco. Al rammarico per quanto è accaduto negli ultimi mesi è subentrato l'entusiasmo per questa esperienza che mi darà tanto, ne sono certo, sotto l'aspetto umano e professionale». 

    Quale augurio fa al Napoli. 
    «Di vincere lo scudetto, come ha detto il presidente De Laurentiis. Lo spero per i tifosi: meriterebbero questa grande gioia. Ho immaginato spesso, dopo una vittoria importante e la Coppa Italia, cosa sarebbe potuto accadere a Napoli per lo scudetto... Eppure, non sono mancati gli investimenti, ma certi successi, a mio avviso, si ottengono consolidando una struttura, creando il gruppo, perfezionandolo senza stravolgerlo. Questa continuità porta identità di squadra, mentalità e  risultati". 

    Le mancherà davvero così tanto il calcio italiano? Mica ce la passiamo tanto bene. 
    «Si può rinascere con l'organizzazione e la competenza, non serve l'uomo della provvidenza. Io farò sempre il tifo per l'Italia. E per il Napoli ovviamente». 
     

    Altre Notizie