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  • Paradosso Juve:| Miglior attacco cerca punte

    Paradosso Juve:| Miglior attacco cerca punte

    Del Neri ha il reparto avanzato più prolifico ma dà un'occhiata al mercato. Per i giocatori basta il ritorno di Amauri.
    Miglior attacco alla ricerca di una punta: il paradosso Juve.
    Assumere nuovi piedi in attacco o lasciarlo tale quale per non sballarne gli equilibri è il dilemma, per certi versi paradossale, che da qualche tempo accompagna la Juve e molti suoi tifosi, e lo farà fino al mercato di gennaio. Paradossale, perché il pensiero è quello di riarmare il miglior settore della serie A: 29 gol in 15 uscite, tre in più del luna park Milan. Magari in bianconero si fanno meno fuochi d'artificio, ma Gigi Del Neri è comunque riuscito a costituire un'efficace cooperativa, cui attacco (15 gol) e centrocampo (11) contribuiscono quasi in egual misura. Obiezione ricorrente, dai giornali ai blog bianconeri, e argomento di riflessione pure in società: manca il bomber da venti gol a stagione, certificato negli anni dall'almanacco. Amauri, Iaquinta e Quagliarella mai hanno superato quella soglia, anzi al massimo si sono affacciati a 15 i primi due e a 13 il terzo, e Del Piero l'ha forata solo tre stagioni fa.

    L'eventuale innesto si trascina però alcune controindicazioni, ambientali e contabili. Le prime, con diplomatico garbo, le hanno indirettamente sollevate le punte attuali, già nella notte di Catania. Quagliarella: «Serve un nuovo attaccante? Dobbiamo recuperare Amauri, che è un grandissimo». Replay da Del Piero: «Un acquisto a gennaio? Amauri». Idem Iaquinta: «Con l'uscita dall'Europa League ci potremo allenare bene tutti, e poi con l'anno nuovo rientrerà Amauri, che è un grande giocatore». Senza gite Uefa, dunque con meno partite, quattro là davanti dovrebbero insomma bastare: aggiungerne un quinto (a meno di complicate vendite), consegnerebbe alla panchina tre giocatori ogni week-end. Riducendo i sorrisi e rischiando di minare la chimica di un gruppo finora piuttosto unito. A patto, ovviamente, che Amauri torni aggiustato entro gennaio-febbraio, come pare, altrimenti ci sarebbe un problema numerico che Del Neri vuole evitare: «A noi mancano ancora Amauri, Martinez, De Ceglie, Grygera - diceva l'altra sera il tecnico bianconero - e dobbiamo ovviare a eventuali imprevisti nel tempi di recupero. Non vogliamo più rimanere senza giocatori». Appello rivolto a ogni reparto, senza eccezioni: «In attacco stiamo facendo molto bene, ma se ci fosse uno in più non sarebbe un problema». Alla lunga, chissà.

    La vera questione dirimente, allora, non è se comprare o meno, ma chi. Brutalmente: se con lo shopping invernale si potrà arruolare un giocatore che ha i gol per fare la differenza, e un balzo nelle chance scudetto, forse la moneta varrà il rischio, altrimenti no. Solo che riuscire nel colpo, a gennaio, è da sempre piuttosto complicato, pure per uno come Beppe Marotta: primo perché chi ha pezzi pregiati difficilmente li molla a metà cammino; secondo perché la Juve preferisce fare investimenti strutturali a giugno. Per rendere l'idea, servirebbe un colpo da fantascienza: Benzema, Pazzini, Gilardino, o gente di quella specie. Altrimenti, paradosso resterebbe. Senza dimenticare l'evoluzione di Quagliarella, uno che sta riuscendo nell'impresa di riprodurre in serie gol d'autore. «Più di così, a questo punto del campionato - ha raccontato l'attaccante napoletano - ne avevo segnati solo alla Samp, nove». Ma poi s'arrestò a 13. Fin qui s'è arrampicato a otto, e depurando la classifica dai calci di rigore, sarebbe il secondo bomber, dietro a Cavani. «A fare la differenza è la tranquillità», ha aggiunto Quagliarella. La Juve sta meditando se dargli retta.
     


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