Juve, Paratici a Londra vede il Manchester United per Mandzukic: il punto

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Mario Mandzukic è pronto a dire sì al Manchester United. Ma questo ancora non basta. Perché quel rinnovo firmato in primavera lo lega alla Juve fino al 30 giugno 2021. E il club bianconero nonostante un rapporto da separati in casa non può permettersi di regalarlo, o quantomeno non sembra volere. Il croato in estate aveva già rifiutato la corte dei Red Devils, così come quella di tanti altri club più o meno al top in Europa. Già da tempo aveva detto di no a più riprese ai milioni della Cina, dove non mancano i club pronti a riprovarci ancora e ancora. A settembre la lunga trattativa con le società del Qatar, era l'Al-Rayyan ad avere fatto sul serio più di chiunque altro, ma anche in questo caso è poi saltato tutto tra richieste al rialzo e offerte al ribasso. Ora restano gli Stati Uniti e il Los Angeles FC sullo sfondo, ma un altro calcio ancora non convince il croato. Che si sente giocatore vero e vuole almeno un altro giro nelle giostre che contano. PARATICI A LONDRA - Di tanti no, il rimpianto è proprio quello allo United. Che rimanga o meno Ole Gunnar Solskajer sulla panchina, tornando indietro Mandzukic accetterebbe già il trasferimento estivo sul gong del mercato in Premier. Intanto Fabio Paratici è volato a Londra per portare avanti una trattativa più complicata del previsto. Perché se in estate la Juve sarebbe riuscita a ottenere quasi 15 milioni, oggi comunque non vorrebbe scendere sotto i 10. Intenzioni completamente diverse quelle dello United, disposto a non andare oltre un compenso simbolico da 2-3 milioni: si tratta, a 5.4 milioni la Juve evita minusvalenze ma solo obtortocollo accetterebbe una condizione simile. Una missione a Londra per parlare di Mandzukic con lo United, ma anche per valutare altre alternative, in Premier gli estimatori non mancano, dal Tottenham al West Ham. Nel frattempo Mandzukic continua ad allenarsi da solo, fuori rosa e fuori dal progetto. Quando qualche mese fa sembrava la spalla insostituibile di Cristiano Ronaldo.
Lo sono da 15 anni. posso tranquillamente dirti che nel vero mondo del lavoro il 90% dei dirigenti calcistici starebbe alla reception. Paratici, nello specifico, ha creato un disastro che sta costando alla proprietà 300M di ricapitalizzazione. la questione non è la singola trattativa, ma come si è mosso durante la prima campagna acquisti gestita in autonomia, senza Marotta. ha invertito quello che ogni DS con esperienza deve fare, mettendosi in un angolo e augurandosi di vendere gli esuberi per sopperire ai costi che già aveva sostenuto. cosa non avvenuta. si è ritrovato a dover cercare plusvalenze a tutti i costi per non costringere exor a ricapitalizzare. preso dal mega disastro che aveva combinato, ha perso anche il filo sportivo del suo mestiere, mettendo praticamente in vendita mezza rosa, senza nessun senso tecnico, solo a caccia di plusvalenze. Higuain e Dybala sono dei punti di forza della Juve solo perché hanno rifiutato di andarsene, lui li avrebbe spediti anche l'ultimo giorno di mercato. lo stesso vale per mezza squadra, li aveva messi tutti sul mercato, salvo non riuscire a chiudere nessuna trattativa. chiedi ad Elkann quanto sia contento di immettere 300M nella Juve per far fronte alle cazzate di paratici e del cugino. particolarmente in un periodo storico che vede il gruppo impegnato su ben altri fronti, vedi Peugeot. qui si idolatrano incompetenti galattici che in una multinazionale potrebbero giusto fare le fotocopie, e che solo per aver impostato la strategia da aspirante stregone, facendo un danno per l'azienda da decine e centinaia di milioni, sarebbero cacciati per giusta causa, senza neppure un euro di buonuscita. questo penso. Paratici può essere un talent scout al massimo, ma non ha le capacità manageriali né visione di insieme. non è in grado di comprendere le ripercussioni economiche e finanziarie delle sue azioni, cosa che era nel perimetro Marotta infatti. Ausilio, giusto per dire, è un avvocato. Se le società di calcio prendono persone come Maldini per fare i DS, che non sanno neppure cosa sia un bilancio, e gli danno in mano decine di milioni che loro spendono come un ragazzino potrebbe fare con le figurine, senza capire nulla di come impatti una loro strategia sulle finanze del club, la colpa è di chi li mette. il fatto di trovare o meno un campione è irrilevante, è l'impostazione delle tue azioni che fa di te un grande dirigente sportivo o semplicemente un miracolato ex talent scout.
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