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  • Parma, il meglio e il peggio del 2012

    Parma, il meglio e il peggio del 2012

    • Mattia Fontana

    IL MEGLIO

    Il record - Voto 10. Sette vittorie consecutive non erano mai state centrate, nemmeno negli anni d'oro di Nevio Scala, Carlo Ancelotti, Alberto Malesani e Cesare Prandelli. E, invece, le ultime sette partite della scorsa stagione sono state un unico filotto per Roberto Donadoni, che ha costruito sulla qualità di gioco una piccola impresa che ha riportato il Parma nella parte sinistra della classifica, a un soffio dall'Europa. Davvero incredibile, visti gli stenti della prima parte di stagione. Una striscia esaurita al debutto del nuovo campionato contro la Juventus, ma anche un primato di imbattibilità casalinga ancora vivo e capace di raggiungere le 13 partite di fila. Non male.

    Le invenzioni di Donadoni - Voto 9. Il tecnico del progetto futuro è uno che ama studiare le posizioni in campo dei giocatori. E così, dopo aver cambiato il modulo ed essere passato alla difesa a tre (e prima di passare al 4-3-3 nel finale del 2012), si è concentrato anche sul ruolo del regista. Inventandosi Jaime Valdés in quella posizione, un colpo di genio assoluto che ha regalato al Parma quella qualità che mancava in un ruolo cruciale. Ma non finisce qui. Perché Donadoni ha reimpostato con profitto Zaccardo difensore centrale (prima a quattro e poi a tre) e Benalouane terzino (destro o sinistro). Piccole mosse, spesso decisive.

    Le due batoste all'Inter - Voto 8. Il fiore all'occhiello del 2012 rimarranno sempre le due splendide prestazioni interne contro i nerazzurri. Il 3-1 in rimonta del campionato scorso e l'1-0 tiratissimo dello scorso novembre. Le due partite indubbiamente più belle, associate anche al 3-1 sotto il diluvio rifilato alla Roma di Zeman. Sintomo che il Parma, quando entra in campo con la testa giusta, non teme nessuno. E ha qualità da vendere.

    IL PEGGIO

    Il ritorno di Amauri - Voto 5. L'acquisto di punta della sessione di mercato estiva non è stato ancora all'altezza delle aspettative, con soli quattro gol segnati e soprattutto prestazioni non in linea con le speranze di Leonardi, che dopo aver mancato il suo ritorno l'estate precedente non se l'è fatto sfuggire in questa, quando era a parametro zero. L'impressione è che però il centravanti sia privo dei supporti necessari per rendere al meglio, quegli esterni di spinta che lo hanno sempre esaltato con i cross. Il risultato? Il Parma è la squadra che crossa di più del campionato, ma anche una di quelle che mette dentro i palloni peggiori.

    Gli infortuni - Voto 4. Con Donadoni in panchina i problemi muscolari sono decisamente calati, sintomo di una preparazione molto più accurata e personalizzata. Ma ciò non ha potuto evitare due grosse delusioni, entrambe per il reparto di centrocampo. La prima è stata la rottura dei legamenti rimediata da McDonald Mariga sul finire della stagione 2011/12, un infortunio che ha costretto il mediano a fare ritorno nuovamente all'Inter e anche in anticipo rispetto alla scadenza del prestito di sei mesi concordato a gennaio dell'anno scorso. Il secondo è ovviamente il nuovo ko rimediato da Daniele Galloppa, sempre nello stesso ginocchio che lo stese nell'agosto 2010 contro lo Shakhtar Donetsk. Che sfortuna.

    Le sconfitte con le piccole - Voto 3. Gli ultimi due esempi in ordine di tempo sono il ko di Pescara e quello con l'Atalanta. Il primo ha impedito ai crociati di vincere quattro partite consecutive tra ottobre e novembre, affossando i gialloblù in un ottimo momento stagionale. Il secondo ha ritardato la volata verso fine anno. In entrambe le situazioni si è confermato che il 'tallone d'Achille' del Parma degli ultimi anni è l'atteggiamento mentale che ha sempre impedito a Guidolin, Marino, Colomba e Donadoni di fare il salto di qualità definitivo. Vincere non soltanto le partite difficili, ma anche quelle più semplici. 

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