È bastato il suo ingresso in campo al 67' della sfida di sabato contro la Fiorentina. È bastata una ventina di minuti contro la sua ex squadra per ricordare a tutti quanto sia stato importante il suo ritorno a Parma nella scorsa estate. Amauri si è ripreso la maglia crociata e ha ricominciato lì dove aveva lasciato un anno e mezzo fa, quando aveva trascinato i gialloblù alla salvezza con uno straordinario girone di ritorno.

Il gol non è ancora arrivato, ma la profondità sì. Il centravanti italo-brasiliano si è già dimostrato in grado, nonostante la totale mancanza di brillantezza fisica, di dare slancio al gioco molto offensivo voluto da Roberto Donadoni. Un calcio fatto di palleggiatori a centrocampo, che ha bisogno di un terminale adeguato per concretizzare le lunghe manovre negli ultimi metri.

Amauri, per l'appunto. Che ha fatto il debutto stagionale sabato sera ed è stato rischiato anche ieri a Marassi, addirittura dal primo minuto. Un'altra prestazione nella quale ha confermato tutta la sua importanza, nonostante si vedesse chiaramente che per riprendere tono a livello fisico avrà bisogno di tempo. Grazie a lui, il Parma ha potuto giocare nella metà campo avversaria con più sicurezza.

Impedendo al Genoa quelle ripartenze che erano state fatali nella trasferta di Napoli, lì dove la coppia composta da Ninis e Belfodil aveva dimostrato tutta la propria inconsistenza in area. Adesso c'è Amauri, dopo la sosta sarà anche in ottime condizioni fisiche. E, con qualche rigore in meno fischiato contro, forse vedremo anche il vero Parma. Quello del finale della scorsa stagione.