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  • Parmamania:| Colomba come Guidolin

    Parmamania:| Colomba come Guidolin

    Il salto di qualità non c'è stato. Sconfitta a Novara, sconfitta in Coppa Italia contro il Verona e pareggio, nonostante un'ottima partita, contro il Palermo. Il Parma poteva spiccare il volo verso la parte alta della classifica, ma è rimasto nella colonna di destra e dovrà presumibilmente lottare per non retrocedere sino alla fine del campionato. Il destino era questo sin dall'inizio, purtroppo qualcuno ha voluto illudere i tifosi che non fosse così. Le sparate di un mese fa da parte della coppia Ghirardi-Leonardi erano sospette, e la squadra ha dimostrato che questa è la classifica che merita. Non troppo inguaiata - i punti di vantaggio sulla terzultima restano pur sempre 6 - ma non ancora matura per fare la mina vagante in zona europea.

    Il problema sta appunto nella 'sparata'. A un mese di distanza, viene da pensare che certe dichiarazioni fossero fatte apposta per mettere le mani avanti nei confronti di un allenatore come Colomba, che quasi certamente riuscirà a portare a casa la seconda salvezza consecutiva ma che non garantirà mai quel salto di qualità al quale i dirigenti dicono di ambire. Così si è creato un precedente, come nell'anno di Guidolin, per potersi dire addio a fine stagione senza troppe remore dei tifosi. Tifosi che peraltro iniziano a rumoreggiare. Si è visto benissimo domenica al momento del cambio nel finale tra un attaccante come Pellé e un centrocampista come Musacci.

    Colomba inizia a farsi la nomea di difensivista, esattamente come Guidolin. Mentre, proprio come l'attuale tecnico dell’Udinese, si tratta di un allenatore esperto che sa benissimo di non potersi fidare della tenuta difensiva di una squadra che ha nel DNA l'instabilità della retroguardia. Questa, però, è una colpa della dirigenza, che si affida ancora all'ossatura della serie B composta da Lucarelli e Morrone, gente che non può garantire il salto di qualità al quale si dice di ambire. Colomba lo sa e per questo appena può si copre, cercando di portare a casa almeno il risultato minimo. Ma per alcuni questa sarebbe una colpa. Esattamente come accadeva con Guidolin. Tutti, però, sappiamo chi avesse realmente ragione. Di certo non era chi chiamò al suo posto Pasquale Marino.

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