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  • Parmamania: la forza di Sansone

    Parmamania: la forza di Sansone

    La prodigiosa forza, Sansone l'aveva mostrata già qualche partita fa. Non giocava e guardava i compagni dalla panchina, faticare, annaspare e confondersi. Zitto, in silenzio e con un broncio giustificabile, si allenava e meditava. A San siro, dopo aver mostrato parecchie cose interessanti nello spezzone contro la Lazio prima, contro Bologna e Napoli poi, Nicola ha consumato la sua vendetta. Due gol che gli hanno consentito di sbloccarsi, contro l'Inter, la sua vittima preferita, tanta corsa abbinata alla qualità e tanto sacrificio.

    E, in una partita che ha visto sonnecchiare Cassano, si è preso tutto il palcoscenico per se, matando i nerazzurri e andandoli pure a sbeffeggiare con tanto di mano all'orecchio, come per sfidare il pubblico e dire loro: "State calmi, io sono Sansone". La sua irriverenza positiva è stata uno sprone per il Parma che, dal 3-3 in poi, non ha più avuto paura e ha cominciato a tessere trame importanti e piacevoli, a muoversi come una macchina perfetta, che era un piacere vedere correre.

    Un assetto tattico che esalta le doti di uno degli attaccanti più rapidi in circolazione, che sa giocare da solo, con la squadra e per la squadra. Peccato per quelle disattenzioni che hanno permesso ai nerazzurri di pareggiare due volte e passare pure in vantaggio, quelle cose spettano a Donadoni risolverle. Con un po' di convinzione in più si sarebbero potuti evitare, davanti a loro c'era un certo Palacio, uno che la faccia ce la mette sempre.

    Ora però, guai a rovinare tutto, bisogna rimanere sul pezzo e concludere il giro di bia con eleganza e cattiveria, prendendo tutto ciò che c'è da prendere, evitando di lasciare briciole per la strada, lastricata di pericoli.

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