Doveva essere l'anno della svolta, il mercato della svolta. E, al 5 di luglio, si può già trarre qualche conclusione importante. Il Parma di Tommaso Ghirardi è ora anche il Parma di Pietro Leonardi nel senso pieno del termine. Il dg arrivato dall'Udinese nell'estate del 2009 è finalmente riuscito a prendere in mano il timone. Lo testimoniano i primi botti di mercato, le trattative in uscita (vedere le plusvalenze riguardanti Sebastian Giovinco e Fabio Borini per credere) e quelle in entrata.

Non è stato facile, è stato un percorso lungo durato tre anni. Nella prima fase, durata sino al gennaio 2011, c'è stato il risanamento dei conti. Lasciati in condizioni alquanto difficili dopo la dolorosa retrocessione dell'estate 2008 e la corsa alla Serie A riacciuffata in un solo anno. Leonardi è arrivato e per due anni ha dovuto districarsi tra prestiti con diritto di riscatto della metà, comproprietà e formule varie.

Il modo migliore per rimettere a posto i conti e intanto migliorare il parco giocatori del Parma. Sino a quando tutti i tasselli non sono andati al loro posto, si è raggiunto il pareggio di bilancio e si è potuto ricominciare tutto nuovamente. L'obiettivo, non dichiarato ma chiaro, resta il modello Udinese. Un club che investe comprando i giocatori davvero e che davvero fa soldi vendendoli a peso d'oro.

Bene, ora finalmente si può dire che il Parma sia vicino a quel modello. Con le cessioni di Giovinco e Borini si sono incassati quasi 20 milioni di euro. E prontamente si è iniziato a reinvestirli in operazioni più che intelligenti: Dorlan Pabon a quattro milioni di euro, Ishak Belfodil a tre, Marco Parolo a un milione più quattro per il riscatto più gli arrivi a parametro zero di Amauri e Sotiris Ninis. Un bilancio più che importante che porta il Parma quasi al completo alla ripresa degli allenamenti. La svolta è arrivata. I crociati sono pronti per tornare grandi.