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Parmamania:| Crisi? Lo sapremo presto

Parmamania:| Crisi? Lo sapremo presto

E adesso sono sette. Sette partite senza successo. Una striscia di risultati negativi che, nonostante le disavventure delle ultime due stagioni, a Parma non si vedeva da tempo. Nemmeno Franco Colomba, esonerato dopo la batosta di San Siro con l'Inter, era riuscito a non vincere per tante partite di fila. Ora, invece, il ko di sabato contro il Milan ha portato il Parma al quart'ultimo posto, con il Lecce che però ha recuperato soltanto una lunghezza ed è a -5.

Ma è crisi? Difficile dirlo ora. Certo, i risultati sono quello che sono. E preme sottolineare che se Colomba aveva ottenuto 19 punti in 17 partite, Roberto Donadoni non ha di certo dato la svolta attesa, portandone soltanto 12 in 11 partite. La media punti è uguale, se non leggermente inferiore per l'attuale tecnico crociato, e questo deve porre degli inevitabili interrogativi. Il primo di tutti riguarda la squadra che, come sottolineato più volte, nonostante i proclami societari vale una salvezza tranquilla e nulla più.

Il secondo, però, è tutto sull'operato di Donadoni. Che indubbiamente ha operato dei cambiamenti significativi nel modo di giocare (più propositivo) e nell'attitudine del centrocampo, completamente ridisegnato con una mediana a tre che prevede Mariga come interno destro, il regista Musacci e uno tra Galloppa e Valdes come interno sinistro. La qualità in quel reparto è aumentata esponenzialmente e questo è di certo un bene.

Eppure i conti non tornano. E qui bisogna effettivamente preoccuparsi. Basta pensare alle prestazioni dell'attacco crociato. Floccari non sta rendendo a causa di mille contrattempi fisici, Okaka deve ancora entrare in condizione e non è stato di certo preso dalla Roma per fare il titolare. Ma Giovinco? Ecco, il problema sta proprio qui. L'attaccante azzurro ha segnato 10 gol in 26 partite stagionali, battendo ogni record personale. Però, da quando è arrivato Donadoni, la sua media realizzativa è letteralmente crollata.

Se con Colomba aveva segnato 7 gol in 15 partite (esattamente quanto l'anno prima in 30 match), con il nuovo allenatore è fermo a quota 3 in 11 (due soltanto su azione). Questi numeri non mentono. E significa che il gioco di Donadoni, meno propenso al contropiede e più attento all'occupazione 'sacchiana' degli spazi, non sta esaltando l'unico giocatore in grado di fare la differenza. Un problema bello e buono, che il Parma dovrà pensare a risolvere anche in fretta. Perché domenica si va a Cesena. E se al ritorno dalla Romagna le partite senza successo saranno otto, allora saranno dolori.

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