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  • Parolo:| La lunga attesa verso la gloria

    Parolo:| La lunga attesa verso la gloria

    Si dice che nulla sia così difficile come capire il momento giusto in cui ringraziare, salutare e andarsene. Marco Parolo questo momento non l’ha colto, non necessariamente per responsabilità sue, e solo ora uscirà da quelle sliding doors che potevano avergli già regalato molto, e che invece lo faranno attendere ancora prima di affermarsi definitivamente.
    Verso Nord ma non troppo. Il cartellino di Marco Parolo è l’unico vero pezzo d’argenteria rimasto al Cesena. Il centrocampista da Gallarate è l’ultimo esponente di quella generazione di talenti sbocciati in bianconero e approdati in Nazionale: Giaccherini e Schelotto hanno salutato da un pezzo, è rimasto solo lui, ma a breve dovrà preparare armi e bagagli perché la sua cessione è fondamentale per il club bianconero. Con ogni probabilità Parolo andrà a Parma: i ducali lo seguono da tempo, e dopo le cessioni di Giovinco alla Juve e Borini alla Roma hanno anche la liquidità necessaria per accontentare le richieste di Igor Campedelli. Salvo impennate del Cagliari o sorprese dell’ultima ora (Chievo?) Parolo imboccherà dunque l’A1 direzione Nord, ma solo un anno fa sembrava destinato a proseguire sulla stessa autostrada, arrivando fino a Milano. E non una, ma bensì due volte.

    Quasi Milan. Per chi s’appassiona di queste cose, il tormentone dell’estate 2011 era il famoso “Mister X” che avrebbe comprato il Milan. Adriano Galliani si divertiva a lasciare indizi qua e là: è una mezzala, è giovane, ha gli occhi cerulei… Il sogno era Fabregas, la speranza Montolivo, arrivò Nocerino l’ultimo giorno di mercato. Sembrava merce in saldo, è stato probabilmente il colpo dell’estate. C’è un però, tuttavia: prima dell’arrivo di Nocerino, sembrava davvero che Mister X dovesse essere Marco Parolo. Il Milan ci aveva seriamente pensato, e il Cesena aveva necessità di cedere uno tra il centrocampista ex Verona e Giaccherini. Solo che Giaccherini scelse la linea della fermezza, non firmò il prolungamento del contratto e in pratica obbligò il Cesena a venderlo alla Juve per monetizzare ed evitare una pericolosa situazione col giocatore che sarebbe andato in scadenza. Parolo ebbe un atteggiamento diverso: accettò la proposta del club bianconero, e finì col rimanere in Romagna nonostante avesse molti occhi addosso. Una scelta poi rivelatasi fallimentare per tutti.
    Quasi Inter. Ci sono state altre sliding doors nell’ultima stagione di Parolo. Quella di gennaio fu quasi clamorosa: l’Inter, dopo aver ceduto Thiago Motta al Paris Saint Germain, si trovava con un buco a centrocampo. A Claudio Ranieri venne chiesto di scegliere: Parolo o Palombo. Il tecnico romano puntò sull’esperienza del navigato mediano della Samp, e Parolo rimase, per la seconda volta, fermo a Cesena. Avesse scelto il bianconero, Ranieri l’avrebbe ottenuto, e per come sono andate le cose (per Cesena, Inter, Palombo e Parolo) forse sarebbe stato meglio per tutti. Così non è andata, e si torna al principio di un giro di valzer sempre annunciato ma mai ballato: Parolo è ancora a Cesena, ma questa volta se ne andrà sul serio. Giocherà ancora in serie A, e il Cavalluccio farà rifiatare il ragioniere che cura il bilancio. Ma l’impressione di una serie di sliding doors tutte sbagliate, quella non si può eliminare.


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