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  • Caso Pasqual: l'ex capitano sul mercato

    Caso Pasqual: l'ex capitano sul mercato

    • Claudio Masini
    “O capitano! Mio capitano!”, quando lo scriveva Walt Whitman, a metà ‘800, il calcio era poco più che in fase embrionale e non suscitava certo tutta l’attenzione di oggi. La figura del leader invece esisteva già dalla notte dei tempi e sbarcò immediatamente anche nel pianeta pallonaro, evidenziando il calciatore più rappresentativo e carismatico della squadra, il punto di riferimento, l’intoccabile… insomma una pedina quasi sacra. Elementi che non sembrano far parte del bagaglio di Manuel Pasqual, capitano ormai quasi più “ad honorem” che di fatto perché la fascia se l’è presa con stabilità Gonzalo Rodriguez. E le gerarchie sembrano difficili da ribaltare per l’esterno veneto perché, sebbene Sousa parli di “4-5 capitani” anche in assenza dell’argentino, il vessillo sul braccio lo hanno indossato i vari Borja Valero e Tomovic. Gente dal grande attaccamento alla maglia ma dalla storia molto più breve a Firenze.
    E’ un po’ come se nel destino di Pasqual ci fosse una costante instabilità, da quella nel giudizio dei tifosi a quella delle idee tattiche dei suoi allenatori, fino a questo “affronto” della fascia. La sua parabola in viola ha subito infatti diversi sbalzi: la prima stagione lo lanciò come assist man ideale di Luca Toni, poi il calo nelle due stagioni successive, l’avvicendamento con Vargas e Gobbi e la risalita impetuosa sul finale del ciclo Prandelli. Merito della tenacia di un ragazzo che non ha mai creato problemi ma solamente pensato a lavorare a testa bassa. E fu così che con Montella, Pasqual tornò a galoppare sulla corsia mancina, almeno fino all’affermazione di Marcos Alonso.
    Diventa perfino scontato, per ragioni anagrafiche, puntare maggiormente sullo spagnolo (ed il fresco rinnovo ne è la conferma) ma resta il fatto che, a livello simbolico, la privazione della fascia da capitano, almeno nelle sfide che lo vedono in campo, lascia qualche dubbio.
    Senza tirare in ballo il rispetto, che sicuramente Paulo Sousa non voleva far venire meno al suo numero 23, ma è anche lecito il risentimento di chi abita ormai in riva all’Arno da quasi 11 anni ed è alla soglia delle 350 partite. Anche per questo la sua permanenza in viola non va data per scontata, il contratto scade nel prossimo giugno e non sembra esserci l'intenzione da parte della società di rilanciare ed a queste condizioni è possibili che il “capitano” gigliato decida per la separazione. Qualcuno ha già provato ad interessarsi all'ex Arezzo, sia per gennaio che per giugno.
     

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