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  • Patetica col Real, dominatrice col Sassuolo: Inter, così lo scudetto è più che possibile. E la Champions...

    Patetica col Real, dominatrice col Sassuolo: Inter, così lo scudetto è più che possibile. E la Champions...

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Questa volta non ha sbagliato l’Inter (3-0 al Sassuolo fuori casa e prima sconfitta della squadra di De Zerbi) e non ho sbagliato nemmeno io. Il Sassuolo sarà l’Atalanta di domani ma, come avevo previsto, contro i nerazzurri di Conte rischiava la prima sconfitta del suo splendido avvio di campionato. E così è stato. 

    L’Inter ha vinto in forza di zero gol subìti (la seconda volta in stagione per l’ottava difesa della serie A) e delle reti segnate da Sanchez (3’) e Gagliardini (60’) con in mezzo l’autorete di Chiriches (13’). 

    Il difensore romeno, non al meglio della condizione (è uscito per infortunio al 42’ sostituito da Marlon), ha regalato il pallone del primo gol (rinvio addosso a Sanchez, palla a Lautaro che s’invola verso la porta, salta Consigli, difende la sfera sullo stesso Chiriches e poi mette in mezzo per Sanchez che appoggia in gol) e ha deviato con il corpo il cross violento di Vidal in mezzo all’area.
    Lo sventurato tocco è stato visto da tutti. Quel che si è notato meno - ma è grave più dell’errore di Chiriches - è l’atteggiamento di Toljan. Il quale, posizionato sul palo di sinistra sull’angolo da destra, si è scansato colpevolmente lasciando al cileno la possibilità di mettere al centro. 

    Anche Toljan ha sbagliato due volte perché al 38’, in proiezione offensiva e ben pescato in area da un assist di Raspadori, ha tirato sui guanti di Handanovic, anziché angolare la conclusione come avrebbe dovuto. 

    E’ stata una bella partita (si affrontavano i due migliori attacchi del campionato) che l’Inter ha dominato da subito (due gol nei primi quindici minuti di gioco, i nerazzurri non li segnavano dal marzo 2018 contro il Verona) e poi controllato senza alcun affanno. Prima del raddoppio, infatti, l’Inter aveva tirato ancora verso la porta di Consigli. Perisic (6’) lo aveva chiamato ad una respinta sul primo palo, mentre Lautaro (10’), quando stava per essere interrotto il gioco per commemorare Maradona, ha messo di mezzo metro al lato un promettente pallonetto.

    A chi, come me, solo tre giorni fa, aveva visto e commentato la deficitaria squadra sottomessa dal Real Madrid viene da chiedersi in che cosa risieda la trasformazione dell’Inter. Mercoledì era lunga, slabbrata e patetica quanto a Reggio Emilia è stata compatta, corta e coordinata. I superficiali diranno che il Sassuolo non è il Real, ma è un’osservazione puerile, visto che il Sassuolo, prima di questa partita, aveva tre punti sull’Inter (adesso sono alla pari), non aveva mai perso, aveva segnato gli stessi gol subendone quattro di meno. Che poi non abbia la classe e la qualità del Real (peraltro assai rimaneggiato a San Siro) lo sa anche uno sprovveduto.

    Sinceramente nell’occasione a me è sembrato che l’Inter avesse almeno due marce in più. La prima veniva dal modulo (il 3-5-2 classico di Conte, cioè senza l’equivoco del trequartista), la seconda dalla composizione del centrocampo: in mezzo, davanti alla difesa, a comandare le operazioni, c’era Barella. Ai lati Gagliardini e Vidal. A destra, Darmian, in questo momento, corre, pressa e assiste i compagni meglio di Hakimi, bene anche Perisic dall’altra parte. 

    E poi la difesa. Non può essere un caso che, una volta recuperato Skriniar e schierato accanto a De Vrij e Bastoni la saldezza del reparto tornasse ad essere una garanzia. 

    Tuttavia non sottovaluto neppure l’osservazione fatta da Beppe Bergomi su Sky durante il primo tempo: la difesa è più protetta anche se più bassa e questo ne ha migliorato il rendimento.

    Il Sassuolo non ha deluso perché è una squadra che gioca sempre a calcio e non rinuncia mai. Forse, visto quanto combinato, era preferibile che De Zerbi schierasse Marlon rispetto all’acciaccato Chiriches. E anche Ayhan sarebbe stato meglio di Toljan. Però sono discorsi del dopo di cui sono capaci solo quelli che non hanno allenato mai.

    La realtà è che quando mancano attaccanti come Defrel e Caputo è più difficile trovare la porta anche se Djuricic (20’) ha colpito l’esterno del palo con un destro dal limite.

    L’Inter, invece, pur rinunciando a Lukaku, detiene ora il miglior attacco del campionato (23 gol) e in quattro turni su nove complessivi ha segnato almeno tre gol agli avversari. I campionati si vincono anche così e Conte sa che adesso più di prima lo scudetto è possibilissimo. E per la Champions, in fondo, non tutto è perduto.

    :(actionzone)


    IL TABELLINO

    Sassuolo-Inter 0-3 (primo tempo 0-2)
     
    Marcatori: 4’ p.t. Sanchez (I), 14’ p.t. Chiriches (aut.), 15’ s.t. Gagliardini (I)
     
    Assist: 4’ p.t. Lautaro (I), 14’ p.t. Vidal (I), 15’ s.t. Darmian (I)
     
    Sassuolo (4-2-3-1): Consigli; Toljan (13’ s.t. Muldur), Chiriches (41’ p.t. Marlon), Ferrari, Rogerio; Lopez (30’ s.t. Schiappacasse), Locatelli; Berardi, Djuricic (13’ s.t. Obiang), Boga; Raspadori (30’ s.t. Traorè).  All. De Zerbi
     
    Inter (3-5-2): Handanovic; Skriniar, De Vrij, Bastoni; Darmian (45'+ 2' s.t. Hakimi), Barella (39’ s.t. Sensi), Gagliardini, Perisic (39’ s.t. Eriksen); Vidal; Lautaro (33’ s.t. Lukaku), Sanchez (33’ s.t. Young). All. Conte.
     
    Arbitro: Sig. Irrati di Pistoia
     
    Ammoniti: 3’ s.t. Locatelli (S), 11’ s.t. Rogerio (S), 20’ s.t. Lopez (S), 34’ s.t. Perisic (I)
       

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