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    • Pernambuco: Allegri se la ride. È sorpasso sull'ingombrante Conte

    Pernambuco: Allegri se la ride. È sorpasso sull'ingombrante Conte

    Ci sono casi in cui uno si domanda “Ma perché lo dice?” L’ interrogativo sorge anche di fronte a dichiarazioni pacate, acqua e sapone, come quelle recenti di John Jacob Philips Elkann sulla Juventus, a Montecarlo. Elkann, diciamolo subito, ha parlato anche della Ferrari e della Maserati, ma, forse sollecitato da qualche domanda, non si è lasciato sfuggire l’occasione per manifestare la propria soddisfazione nei confronti dell’amata Juve, tutt’ora squadra di famiglia. E ci mancherebbe. Prima in classifica con 5 punti di vantaggio sulla seconda, prima fra le squadre italiane per valore economico (decima in Europa), vincitrice nel ricorso al Tas per la vicenda Mutu, che l’avrebbe costretta da un notevole esborso economico, ancora in corsa nella Champions. Chi non sarebbe contento? Appunto, ma perché dire qualcosa di così ampiamente acclarato e, diciamolo pure, abbastanza consueto per una squadra come la Juve, abituata ormai da anni a stare al vertice. E poi, perché un elogio così sperticato, questo sì inatteso, di Allegri?

    L’impressione è che la Juve o Elkann, tirino un bel sospiro di sollievo, come se si sentissero meno sotto pressione dal fuoco incrociato delle polemiche post arbitrali e anche da qualche incertezza di gioco dimostrata dalla squadra. In fondo la Roma fatica e perde punti mentre la Juve, con le ultime due partite contro il Verona, vince e diverte. Pogba è diventato un fenomeno in campo e fuori. Simbolo totale. Chiedete a un ragazzino, anche non juventino, qual è il giocatore che più gli piace e vi risponderà Pogba. Domandatevi qual è stata la migliore operazione di mercato degli ultimi anno e la risposta sarà Pogba. E la laudatio ad Allegri “grande uomo e grande allenatore” dopo soli tre mesi? Già anche qui un che di liberatorio, perché non deve essere stato facile svincolarsi dall’ eredità di Conte. 

    Conte, in fondo, nei suoi tre anni di successi e record, deve aver messo sotto pressione non solo squadra, collaboratori, dirigenti, ma anche Presidente e vertici della Fiat. C’era il timore fondato che “dopo di lui il diluvio”, quasi che il suo fantasma continuasse ad aleggiare nelle stanze di Corso Galileo Ferraris. Ragion per cui sono bastati 5 punti di vantaggio in più al giro di boa per decretare la fine non di un incubo, ma forse di un brutto sogno. Poco importa che i punti di vantaggio, l’anno scorso fossero 8, con un ruolino di marcia impressionante. Conta che la crisi non c’è stata, e che ci sia qualche spensieratezza in più: soprattutto perché il temperamento di Allegri è l’opposto di quello di Conte. Rispetto al furore grintoso e schietto del salentino, il livornese è  più pacato, prudente  e diplomatico. In una parola più torinese. Un torinese di Livorno. Che vuoi di più? Uno che la verve e lo sberleffo ce l’ha, ma se lo tiene dentro. Ecco cosa c’è dietro alle dichiarazioni di Jaki Elkann. Essere riusciti a liberarsi di Conte, che ha costruito le fondamenta di questa squadra, senza troppi danni e aver interrotto una convivenza troppo scomoda con un grande allenatore strajuventino, coraggioso e generoso. Forse troppo.

    Fernando Pernambuco

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