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  • Pernambuco: dai Juve, un po' di paura!

    Pernambuco: dai Juve, un po' di paura!

    Il calcio è sommamente ingiusto o meglio estremo. Lasciamo stare curve sud, infamie, connivenze, vittimismi ecc. E’ estremo perché basta un incrinatura per urlare all’abisso, basta un passetto falso per entrare nelle tenebre della disperazione.

    Prendete Parma-Juventus. Una volta tanto, i commenti giornalistici sono stati pacati e hanno insistito più sull'impresa eroica, da Termopili, di una squadra disperata piuttosto che su altri aspetti. Ma molti tifosi hanno cominciato a inveire contro Allegri, a parlare di campionato a rischio, di vero e proprio scandalo. Fra l’altro, il Barcellona non ha forse pareggiato col Siviglia, il Bayern non ha sbattuto la faccia contro il Wolfsburg? Il tifoso juventino molto ben abituato, ogni tanto tende a essere preda dell'ossessione, della perfezione.

    Pochi forse hanno rilevato che per i giocatori del Parma tutte le partite fino alla fine del campionato hanno un allenatore in più: il curatore fallimentare. Ogni gara, e quella con la Juve lo è stata in particolare, è direttamente collegata alla possibilità poter trovare sistemazione in un'altra squadra. Per i vari Belfodil, Mauri, Donadoni ecc. le partite sono vetrine e ultime spiagge allo stesso tempo. Non è questione di tattica, di calcolo, di concentrazione: è l’ultimo respiro di Darwin, l’individuo e il gruppo che devono aggredire e vincere se vogliono ancora esistere.

    Di fronte a questo esercito disperato, la Juve era come una squadra di cavallerizzi gettati nel cuore di una corrida. Prima è stata a guardare, poi ha danzato, infine quando è stata infilzata è rimasta stupita. Allegri o Conte, la furia o l’eleganza non c’entrano nulla. E nemmeno la bollitura atletica. Semmai c’è da dire che forse il Parma (foto stopandgoal.net) batterebbe sicuramente il Monaco e che lo schiaffo ricevuto dai bianconeri può essere salutare.

    Proprio come successe a Firenze l’anno scorso: il memorabile 4-2 della Fiorentina servì a risvegliare Pogba e compagni. Le lodi, le troppe lodi, come il 3-0 in Coppa Italia, guarda caso sempre a Firenze, i 14 punti di vantaggio, quelli sì fanno  male. La Juve ha bisogno di paura: quella paura capace di riportare i piedi per terra e di non lasciarsi crogiolare nelle sicurezze, che nel calcio come nella vita non esistono mai. Coraggio Juve: un po’ di paura!


    Fernando Pernabuco
     

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