Ci siamo: domenica alle 20.45, dopo 19 anni di assenza dall'ultima apparizione, il Pescara tornerà finalmente a giocare una partita in Serie A. Il calendario però le ha subito messo di fronte l'Inter, una delle squadre più rivoluzionate dal mercato ma anche una delle più in forma, essendo impegnata da settimane nei preliminari di Europa League. Era il 13 settembre 1987 quando il Pescara scese in campo a San Siro per il debutto in campionato proprio contro i nerazzurri, e vinse 2-0. Corsi e ricorsi storici che stimolano la fantasia dei tifosi: nulla da eccepire, ma questa volta sarà diverso, non solo perché si gioca in casa.

I biancazzurri non sono più quelli dello scorso anno, ma una vera e propria babele, che vedrà in campo ragazzi semi-sconosciuti e altri invece completamente senza fama che sono arrivati da tutto il mondo (Svezia, Colombia, Croazia, Islanda, Brasile, Danimarca, Serbia, Slovacchia). Un miscuglio di razze e lingue che solo con il sapiente lavoro di un allenatore preparato può diventare qualcosa di concreto. Altrimenti sarà flop. Intorno a questa squadra c'è molto scetticismo, inutile nascondersi, ma c'era anche lo scorso anno, e poi sappiamo tutti come è andata a finire.

In molti danno questo Pescara già per retrocesso, eppure potrebbe anche essere una squadra rivelazione. La società del resto ha lavorato bene, tra i tanti ci sarà di certo più di un calciatore all'altezza. L'allenatore è serio, preparato e puntiglioso, con una sua idea di calcio propositivo già in mente da tempo. D'altronde viene dalla scuola di Zeman, ma a differenza del suo maestro è uno che sorride, dote rara nel calcio di oggi. Allora speriamo che inizi a sorridere da domenica sera. Sarebbe già qualcosa, proprio come quel pomeriggio di 25 anni fa a San Siro. Adesso la parola passa al campo, prima di parlare di retrocessione ci sono 38 partite da giocare.