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  • Pescaramania: Oddo’s karma

    Pescaramania: Oddo’s karma

    • Valerio De Carolis

    Essere o dover essere? Il dubbio amletico. Il Festival di Sanremo ce lo siamo lasciati alle spalle, Francesco Gabbani si è aggiudicato la prima posizione in classifica con la sua “Occidentali’s Karma” conquistando tutti. Nel testo della canzone c’è quel quesito iniziale:” essere o dover essere?” Questa domanda se la sta ponendo anche Massimo Oddo. Dopo la pesante sconfitta rimediata a Torino, contro la squadra di Mihajlovic, il tecnico biancazzurro sta riflettendo sulla sua posizione. La domanda, crediamo, sia proprio la stessa del vincitore del Festival. Continuare con lui in panchina ritrovando la propria identità per retrocedere con dignità (essere)? Oppure cambiare radicalmente, abbandonare la nave perché la piazza lo vuole (dover essere)? Questo è il dilemma.

     
    Una risposta l’avremo nella giornata di oggi. Una riunione blindatissima con staff tecnico, società e giocatori per decidere l’immediato futuro della compagine pescarese. Nello stadio “Grande Torino” si è toccata con mano la netta inferiorità di Memushaj e compagni. Una squadra allo sbando, senza cattiveria, senza linfa vitale e senza attributi. Eppure gli stimoli per poter fare bene c’erano tutti. Si poteva fare una prestazione importante per essere vicini al presidente Sebastiani, dopo i fatti di cronaca che hanno imperversato la città di Pescara nei giorni precedenti. Si poteva fare bene perché la squadra non ha avuto alcun tipo di pressione da parte di tutti. Si poteva fare bene per far vedere a Gyomber che se qualcuno stesse sbagliando era proprio lui. Invece il nulla.
     
    Sul 5-0 le telecamere inquadrano impietosamente Massimo Oddo. Lacrime agli occhi per il condottiero biancazzurro anche lui rassegnato, scoraggiato e preoccupato. Tra il primo e il secondo tempo uno sfogo pesantissimo di Oddo negli spogliatoi, con urla, grida e rumori sentiti da tutti ma niente. Neanche questo ha scosso gli undici in campo. Poi un piccolo rigurgito, frutto anche di un Torino completamente stanco e che si era totalmente rilassato. A fine gara il silenzio stampa eloquente, con il solo direttore sportivo Luca Leone che si è presentato davanti ai microfoni assumendosi, finalmente, le responsabilità ma che non ha detto nulla. Un direttore che aveva fatto delle valutazioni personali senza consultare nessuno e che a delle precise domande degli inviati si è limitato a rispondere:” non lo so”. Questo sottolinea l’incapacità e la poca esperienza di una figura importante che dovrebbe fare da anello di congiunzione tra la squadra e la dirigenza.
     
    Allora proviamoci a mettere nei panni di Oddo che, con molta probabilità, dovrà lasciare la panchina. L’errore è quello di essere stato troppo aziendalista e di aver avallato le scelte scellerate della società in fase di mercato. La sua colpa? Voler fare bene e ambire a raggiungere un traguardo difficilissimo con un’identità chiara di gioco. Sì, Oddo voleva e vuole salvarsi ma non ha avuto i mezzi per farlo. A questo punto era inevitabile la scissione con la piazza che prima lo aveva portato in trionfo per quanto di bello fatto in un anno e mezzo e adesso, giustamente visti i risultati, gli volta le spalle. Oddo sarà un grande allenatore, chi vi scrive lo spera, ci crede e se lo augura, perché lo ha seguito quotidianamente. Non si limita solo ad allenare ma è anche un gran messaggero di positività. Ci è voluta la sua immensa pazienza per arrivare fino a qui caricandosi tutte le responsabilità, ma questo non basta. Oddo deve lasciare anche per il suo bene, per poter salvare almeno la faccia e per far sì che resti di lui un bel ricordo. Namasté Oddo


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