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  • Petagna: la Dea perde il 'Palo' ma trova la cuccagna

    Petagna: la Dea perde il 'Palo' ma trova la cuccagna

    • Marina Belotti
    Pignatone lo chiamò in un'intervista per sbaglio Berlusconi, confondendolo con il giudice che lo interrogò nel corso di un'inchiesta. Sembrano lontanissimi quei giorni di luglio 2013: allora era un nome ancora sconosciuto, persino ai piani alti. Ora invece Andrea Petagna è un attaccante dell'Atalanta che sta facendo di tutto per farsi conoscere. Lui il calcio ce l'ha nel DNA, visto che anche il nonno Francesco faceva il calciatore e il padre Euro l'allenatore dei dilettanti. Il ragazzo è cresciuto nella Primavera di casa Milan e infatti ha dichiarato di ispirarsi nientepopodimeno che a certi Ibrahimovic e Balotelli. Lui è uno che, zitto zitto, i traguardi importanti li ha tagliati.
    Uno dei primi record lo miete a soli 17 anni, il 4 dicembre 2012, quando fa il suo esordio nel calcio che conta con la maglia rossonera nella gara di Champions League contro lo Zenit: diventa così uno dei più giovani calciatori rossoneri a esordire nella massima competizione europea per club. L'esordio in Serie A arriva qualche mese dopo, il 24 agosto 2013, quando maggiorenne affronta la prima trasferta a Verona da professionista. Dopo una breve parentesi poco incisiva con la Samp, Petagna viene girato a tre società di Serie B per fare esperienza. Nell'estate 2014 è ceduto in prestito al Latina ma già a gennaio, dopo 13 presenze, passa al Vicenza. Nella società biancorossa trova il suo primo gol da professionista, segnando la rete della vittoria il giorno di San Valentino dello scorso anno contro il Bari. In seguito l'esperienza all'Ascoli. E la Dea lo osserva da lontano e lo nota, arrivando a gennaio di quest'anno ad acquisire il suo cartellino. Intanto Petagna resta in prestito all'Ascoli e lì sazia la sua fame di gol: 32 presenze e 7 reti. Nonostante questo, quando l'Atalanta lo prende a sè in prima squadra durante il ritiro di questa estate, i malumori sfociano sulle bocche dei tifosi e il pensiero comune è: "Per fortuna che la dirigenza ha preso Paloschi, perchè con un calciatore di serie B come Petagna non si andrà molto lontano..." Niente di più sbagliato, a conferma che le previsioni, specie nel calcio, lasciano il tempo che trovano. Paloschi non incide, Pinilla nemmeno e Gasp, che è uno che non pre-giudica ma valuta sul campo, lo schiera sia in Coppa Italia che in Serie A. Ed ecco che arriva un'altra soddisfazione per la sua carriera: primo gol segnato in Serie A e primo gol in nerazzurro nella prima partita di campionato contro la Lazio.
    Ieri a Pescara ci si chiedeva se questa volta Paloschi avrebbe trovato spazio al posto di Pinilla e invece ecco che Gasperini a sorpresa non schiera nè l'uno nè l'altro, ma decide di affidarsi proprio a Petagna. Nessuno ci crede, sembra che il mister chieda troppo a questo giovane classe '95 con poca esperienza. E invece lui risponde. E risponde con un grande record: il gol più veloce realizzato in questo campionato di Serie A, dopo soli 122'', nella sfida decisiva contro il Crotone. Ora l'Atalanta, che sembra essere in crisi senza Paloschi e Pinilla, può affidarsi non soltanto al centravanti Kessié, ma anche al triestino Petagna. A lui spetta il compito di attirare si di sè l'attenzione e il tifo dei supporters nerazzurri e, per ora, visti i numeri ci sta riuscendo: 3 presenze, 112 minuti sul campo e ben 2 gol, una media altissima. Il suo valore di mercato, ora di 600 mila euro, è destinato a salire. "A Milano avevo troppe pressioni, il Milan mi ha bruciato", diceva alla Gazzetta dello Sport a febbraio: ora può risorgere dalle ceneri come fenice.
    Perchè è triestino e la Bora ce l'ha nel sangue e, come dice un detto, "la bora dura tre giorni e porta il sereno". Per il sereno va bene, ma speriamo che non si fermi alle tre giornate...

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