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  • Piazon, Anelka e altre meteore: quando il colpo di gennaio è un flop

    Piazon, Anelka e altre meteore: quando il colpo di gennaio è un flop

    • Nicolò Vallone
    Lo chiamano 'mercato di riparazione', ed è innegabile che un giusto colpo piazzato a gennaio possa permettere di colmare lacune o puntellare l'organico in maniera propulsiva e decisiva per il finale di stagione. Ma è altrettanto vero che la sessione invernale a volte regala dei trasferimenti dall'utilità quantomeno dubbia: autentiche meteore che mettono insieme pochi minuti e prestazioni impalpabili. Operazioni che suscitano il più classico dei "Ma che senso aveva prendere quel giocatore?". Esempio lampante nella stagione in corso è Lucas Piazon, il 25enne talento brasiliano di proprietà del Chelsea. Il Chievo lo ha preso in prestito con diritto di riscatto il 31 gennaio. Le più rosee speranze clivensi erano che Piazon potesse sostituire degnamente la qualità di Birsa, partito alla volta di Cagliari. La realtà però, dopo oltre 2 mesi, parla di un paio di presenze da subentrato, con un totale di 32 minuti giocati.

    Andando però a ritroso nei tempi recenti, troviamo altri casi di meteore catapultate in Serie A nel mercato di riparazione. Ecco alcuni esempi. L'anno scorso il Benevento, già praticamente condannato alla retrocessione, prese ben 8 giocatori. Tra loro, il difensore francese Jean-Claude Billong: il club sannita lo acquistò dagli sloveni del Maribor già prima dell'apertura della sessione, pagandolo 2,1 milioni di euro. Subito dopo il suo arrivo giocò le prime 3 partite, di cui 2 da titolare, ma da febbraio in poi racimolò solo altre 2 presenze, una da subentrato e una da titolare venendo però sostituito a inizio ripresa. Il Benevento comunque si è tenuto Billong per la Serie B, per poi girarlo al Foggia dove è titolare inamovibile.

    Fin qui abbiamo visto squadre inchiodate in fondo alla classifica, che provano i colpo della disperazione per provare a risollevarsi. Ma ci sono anche società di più alto profilo che a volte si rendono protagonisti di colpi invernali di difficile comprensione. Mentre il Benevento prendeva Billong, l'Inter nello stesso ruolo acquisiva dal Benfica l'argentino Lisandro Lopez: 450 mila euro per il prestito, con diritto di riscatto a 9 milioni. Una sola apparizione in nerazzurro per lui, durata appena 45 minuti più recupero (per la precisione, il secondo tempo della vittoria 2-1 sul Bologna dell'11 febbraio 2018). Riscatto inevitabilmente saltato, e passaggio al Genoa in estate, con obbligo di riscatto a 3 milioni al raggiungimento delle 15 presenze in rossoblu: il bilancio genoano di Lopez però parla di un unico gettone in Coppa Italia, nella sconfitta a sorpresa contro l'Entella. Non sorprende che il 30 gennaio il Benfica l'abbia girato al Boca Juniors.

    Ci sono società che si distinguono per compravendite spesso frenetiche e passaggi frequenti di grandi delusioni. Una di esse è il Palermo della gestione Zamparini. Ed ecco che il 9 gennaio 2017 il Palermo, destinato a scendere in Serie B sullo sfondo della farsa societaria firmata Paul Baccaglini, comprò l'attaccante svedese Stefan Silva per 800 mila euro dal Sundsvall: esordio a febbraio contro il Crotone, poi un infortunio a tenerlo fuori un mese e mezzo. Al rientro, non vide mai il campo.

    Ha del clamoroso quanto accaduto alla Fiorentina 3 anni fa: il 1 febbraio 2016 approdò Yohan Benalouane, difensore ex Parma finito fuori rosa al Leicester (che intanto stava conducendo la sua storica cavalcata verso il titolo in Premier League). Costo dell'operazione: circa 300 mila euro versati alle Foxes per il prestito e diritto di riscatto fissato a 6 milioni. Piccolo problema: Benalouane soffriva di una sciatalgia che continuò a perseguitarlo per i mesi successivi, e non vide mai il campo. La Fiorentina ovviamente non riscattò il giocatore in estate, ma soprattutto, sentitasi truffata dal giocatore, si rivolse al Collegio Arbitrale della FIGC per riavere indietro lo stipendio corrispostogli, perdendo però la causa.

    Sempre a gennaio 2016 risale l'acquisto da parte del Napoli di Alberto Grassi. Anche se nel suo caso si può parlare piuttosto di operazione di prospettiva. Mezzala esplosa nell'Atalanta, Grassi venne acquistato a titolo definitivo dalla società partenopea per quasi 10 milioni di euro, ma tra infortunio al ginocchio destro e refrattarietà alle rotazioni di mister Sarri non vide mai il campo per tutta quella seconda metà di stagione. Ad ogni modo, il Napoli lo ha tenuto sempre in considerazione come prospetto: ne detiene ancora il cartellino e lo gira in prestito di anno in anno in squadre di Serie A.

    Nella stessa sessione, tornando per un attimo a squadre destinate alla retrocessione, il Carpi fece incetta di 'rinforzi', tra cui il duttile difensore svizzero Fabio Daprelà, ingaggiato dopo aver rescisso dal Palermo. Le presenze di Daprelà furono 2, entrambe da subentrato (peraltro contro Inter e Napoli) per un totale di un'ora di gioco.

    E quanti si ricordano che, dopo l'esperienza pluriennale al Catania che lo ha reso noto in Serie A, il difensore argentino Nicolas Spolli ha militato nella Roma? Il 2 febbraio 2015 la Roma prese Spolli in prestito dal club siciliano per un milione e mezzo di euro, con diritto di riscatto fissato ad altri 1,5 milioni. L'unica presenza fu all'ultima giornata, un'ininfluente sconfitta all'Olimpico contro il Palermo nella quale proprio lui propiziò il vantaggio rosanero su rigore commettendo fallo di mano in area. Le orme di Spolli sono poi state seguite la scorsa stagione da Jonathan Silva, terzino argentino: la Roma versò 500 mila euro allo Sporting Lisbona, con obbligo di riscatto di oltre 5 milioni al raggiungimento della decima presenza. Le presenze però sarebbero state solamente 2, peraltro entrambe vittorie, nell'ultimo mese di campionato.

    Finiamo questa rassegna con la dominatrice del calcio italiano contemporaneo: la Juventus. Il 30 gennaio 2013 i bianconeri, avviati al secondo scudetto dell'era Conte, presero a parametro zero Nicolas Anelka con un contratto di 6 mesi. L'attaccante ex Chelsea proveniva da un'esperienza in Cina con lo Shanghai Shenhua e poche settimane dopo avrebbe compiuto 34 anni. Insomma, era abbastanza chiaro che fosse sul viale del tramonto. Difatti, alla Juve raggranellò 55 minuti: 3 comparsate da subentrato (1 in Champions League e 2 in campionato). Il tempo di festeggiare insieme la vittoria del campionato e salutarsi con un sorriso.

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