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  • Pioli vince e il Milan lo caccia, Conte perde e per l'Inter è intoccabile: Milano, una città sottosopra
Pioli vince e il Milan lo caccia, Conte perde e per l'Inter è intoccabile: Milano, una città sottosopra

Pioli vince e il Milan lo caccia, Conte perde e per l'Inter è intoccabile: Milano, una città sottosopra

  • Alberto Polverosi
    Alberto Polverosi
A Milano sta succedendo qualcosa di davvero curioso. In una piazza, quella rossonera, Stefano Pioli ignora ancora il suo destino. Sono tutti fibrillati per il prossimo avvento di Rangnick, il profeta che arriva dalla Germania. Al Milan non si parla d’altro. Intanto però Pioli sta trascinando il Milan in zona-Europa League (l’aveva preso al decimo posto) dopo aver costruito una squadra vera, compatta, organizzata, anche bella da vedere in alcuni momenti.

Sull’altro versante Antonio Conte, l’allenatore più pagato del calcio italiano (oltre 10 milioni di euro netti a stagione), soddisfatto in quasi tutte le sue richieste (mercato economicamente spaventoso, sono arrivati tutti i giocatori che voleva il tecnico salentino tranne Dzeko), è fuori dallo scudetto, fuori dalla Coppa Italia, fuori dalla Champions League e rischia di essere risucchiato anche dall’Atalanta, ma nessuno in società osa muovere una critica nei suoi confronti.

Pioli ha la sua filosofia pacifica e per questo tutti lo considerano un’ottima persona prima che un ottimo professionista (è un punto a suo favore, sia chiaro). Conte fa la guerra anche con se stesso e allora tutti sono portati a credere che sia il più grande perfezionista del calcio italiano, devoto solo alla sua professione e alla sua squadra.

Pioli non è intervenuto nel mercato, ha allenato (bene) quello che gli è stato messo a disposizione e non ha mai detto una parola nei confronti di una società che ha scelto un futuro diverso (legittimo, sia chiaro) in un momento in cui avrebbe dovuto tutelare e semmai rafforzare la figura e la posizione dell’allenatore attuale. Conte più di una volta si è soffermato sull’inesperienza dei giocatori a sua disposizione, criticando in modo evidente le scelte della società. E dalla società nessuna replica.

Sono storie di calcio che, come dice un caro amico allenatore “non è
come lo vedi, ma come lo racconti”.

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