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  • Il calcio italiano modello South Park

    Il calcio italiano modello South Park

    Si chiama FIGC, ma potrebbe essere la SPFA: South Park Football Association, la federazione calcistica più politically incorrect del mondo. Dove si parla come si mangia, e si rutta. Con a capo un personaggio che di South Park potrebbe essere il sindaco, e che persino nella fisionomia mostra i tratti tipici dei personaggi della saga cartoon inventata da Trey Parker e Matt Stone: il ragionier Tavecchio Carlo da Ponte Lambro.

    Sulle virtù dialettiche del ragioniere si potrebbe ormai stendere un poema epico. Dalle banane di Opti Poba alle donne “che pensavamo nel calcio fossero handicappate rispetto ai maschi”, dagli ebreacci agli omosessuali che lui tiene lontani perché è ”normalissimo”, la lista è nutrita e minaccia d’allungarsi. Fa specie che non abbia ancora detto la sua sugli “zingari”, che a questo punto potrebbero aversene a male. Perché pure questa discriminazione? E poi, volendo, di categorie sulle quali esercitare la propria saggezza da fiaschetteria se ne trova quante se ne vuole. Ci sarebbero i portatori di handicap, i vegani, i Testimoni di Geova, i cinesi da intendersi come “tutti quelli con gli occhi a mandorla”, e così via. Un solo consiglio: lasci perdere i musulmani, non è aria.

    Della SPFA il ragionier Tavecchio Carlo è degno presidente. Ma sarebbe inesatto dire che il suo patinato stile oratorio sia un’eccezione per il nostro calcio. Perché c’è un’intera classe dirigente del pallone italiano che quanto a virtuosismi dialettici se la batte col lìder maximo. Limitandosi a coloro che rivestono o hanno rivestito ruoli federali e nelle leghe, e lasciando fuori per carità di patria i presidenti di club, spicca Claudio Lotito. Che da presidente e proprietario della Lazio (e della Salernitana), è il grande elettore di Tavecchio. Fu proprio per difendere il presidente federale dall’accusa di razzismo che Lotito fece a sua volta uno scivolone. Durante una puntata di Anno Uno, volendo dire che Tavecchio ha adottato dei bambini africani, li definì “i cosi”. Altro elettore di Tavecchio è stato l’ex presidente della Lega Pro, Mario Macalli. Che dopo la famigerata gara del 10 novembre 2013 fra Salernitana e Nocerina, sospesa per progressiva defezione dei giocatori ospiti che fece mancare il numero minimo, se la prese col Questore di Salerno. Reo a suo avviso di non avere impedito che 200 tifosi nocerini si recassero presso l’albergo in cui alloggiava la loro squadra alla vigilia della gara, a minacciare i giocatori e convincerli a non giocare. “Il questore spieghi l’accaduto, o altrimenti venga spedito sulle montagne sarde”. Minacce da caserma anni Settanta, ma trasportate di peso nel XXI secolo. Due avvocati cagliaritani non apprezzarono l’ironia e inviarono un esposto alla FIGC, rimasto senza conseguenze.

    Alla galleria si aggiunge il signor Belloli Felice. Che per pochi mesi è stato successore di Tavecchio a capo della Lega Nazionale Dilettanti, e nel poco tempo in cui è stato in carica ha dimostrato d’esserne il più meritevole erede. Belloli ha dovuto lasciare la carica per aver sminuito il finanziamento al calcio femminile come una questione di “dare soldi a quattro lesbiche”. La frase venne pronunciata durante la riunione del dipartimento del calcio femminile della LND tenuta il 5 marzo, e finì nel verbale ufficiale. Giusto nei giorni scorsi Belloli si è riguadagnato i titoli dei media in seguito a un deferimento da parte della Procura Federale. Motivo: “Aver rivolto, in molteplici occasioni, inopportuni apprezzamenti e volgari espressioni a sfondo sessuale all’indirizzo di alcune dipendenti della Lega Nazionale Dilettanti”.
    Benvenuti nella South Park Football Association. E casomai l’ultima sparata del ragionier Tavecchio dovesse aprire un vuoto al vertice della federazione, abbiamo una proposta per la successione: Er Monnezza for President.

    Pippo Russo 
    @pippoevai

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