Calciomercato.com

  • Pippo Russo: Martial e quei bonus arditi

    Pippo Russo: Martial e quei bonus arditi

    Il trasferimento più clamoroso dell’estate 2015. È quello che ha portato Anthony Martial, attaccante francese classe 1995, dal Monaco al Manchester United per una cifra che va oltre ogni aggettivo: 50 milioni subito, e altri 30 di bonus da far maturare lungo il periodo in cui il calciatore giocherà per i Red Devils. “Più caro di Zidane” ha titolato in prima pagina l’Equipe del primo settembre, cioè il giorno successivo alla realizzazione dell’affare. Una trovata impressionista, e però non azzecatissima. Perché, quando Zinedine Zidane si trasferì dalla Juventus al Real Madrid per 150 miliardi di lire (cioè 75 milioni di euro), correva l’anno 2001. E da allora di anni ne sono passati quattordici, con tutto ciò che ne deriva in termini di rivalutazione e potere d’acquisto della moneta. Ma rimane il fatto che la valutazione di 80 milioni, data a un giocatore quasi ventenne e che ha ancora da dimostrare per intero il proprio talento, è fuori dal mondo. Giudizio che rimarrebbe immutato quand’anche Martial dimostrasse in futuro di essere il nuovo Lionel Messi o Cristiano Ronaldo.

    Ma ciò che più richiama attenzione, a proposito del trasferimento di Martial al Manchester United, è un altro elemento: i bonus. Che rispetto alla cifra base fanno segnare un altro ammontare esagerato, sia in termini assoluti che in percentuale: perché 30 milioni aggiuntivi rispetto ai 50 già erogati sono un 60 % in più. E ancora una volta siamo totalmente fuori scala, ma non è tutto. Perché lo stupore cresce quando si va a vedere in cosa consistano questi bonus. Operazione non facile, perché su dettagli del genere i club fanno di tutto per mantenere il riserbo. Cosa che risulta comprensibilissima, quando si viene a conoscenza dei dettagli.
    Nello specifico del contratto relativo al passaggio dell’attaccante francese dal Monaco al Manchester United, la prima fonte a riportare delle indiscrezioni su quei 30 milioni di bonus è stato Bleacher Report. Un articolo firmato il 4 settembre da Tom Sutherland (CLICCA QUI) parla di una cifra divisa in tre scaglioni da 10 milioni ciascuno (nell’articolo le cifre sono espresse in sterline, dunque 7,2 milioni ciascuno). Le condizioni che dovrebbero fare maturare i bonus sono collocate su diversi gradi di difficoltà.

    La prima è la più abbordabile: segnare 25 gol entro i prossimi quattro anni. E viene da dire che una media da poco più di 6 gol a stagione per un attaccante valutato 80 milioni sia un insulto al buon senso, specie in questi tempi di crisi economica. Ma andiamo oltre. Il secondo scaglione è di difficoltà media: 25 presenze in nazionale entro i prossimi quattro anni. Ancora una volta: per un attaccante di 19 anno valutato 80 milioni sarebbero il minimo. Il terzo scaglione è quello più difficile a maturare: la vittoria del Pallone d’Oro entro giugno 2019. Obiettivo molto complicato, anche qualora il calciatore dovesse esplodere ai massimi livelli.

    Rispetto alla versione fornita da Tom Sutherland per Bleacher Report, il programma Telefoot andato in onda ieri su Tele France 1 ha dato un quadro un po’ diverso, che va a correggere al ribasso lo “scaglione complicato”. Secondo questa versione, il bonus legato alla classifica del Pallone d’Oro scatterebbe qualora Martial si piazzasse fra i primi dieci, lungo un arco di tempo non specificato (“un jour” è la formula usata da l’Equipe nel darne conto CLICCA QUI). Anche le asticelle degli altri due bonus sono piazzate su limiti più soft: perché si parla di 25 gol col Manchester United e di 25 presenze con la nazionale francese senza indicare un limite di tempo.

    Non è ancora tutto, perché l’emittente RMC ha dato una versione ancora più blanda degli obiettivi da raggiungere per l’erogazione dei bonus. Stando a ciò che ha riportato nelle scorse ore il sito Foot Mercato (CLICCA QUI), la soglia legata alle prestazioni col Manchester United è fissata non a 25 gol, ma a 25 presenze. Praticamente una passeggiata, così come un limite agevole sono le 11 presenze (anziché 25) in nazionale. E infine, per quello che riguarda la graduatoria del Pallone d’Oro, si parla di un piazzamento fra i primi 20. Limiti francamente molto bassi, tali da suscitare perplessità su quest’ultima versione.

    Resta comunque l’elemento di fondo, rispetto a cui non si è ancora avuta la giusta presa di coscienza: i bonus contrattuali. Meccanismi che hanno a preso a popolare gli accordi fra club, dando modo di sbizzarrirsi a una creatività potenzialmente illimitata. Nonché generatrice di situazioni opache, come dimostra il moltiplicarsi delle versioni sui bonus concordati da Monaco e Manchester United. Soprattutto, ci sono dei fattori potenzialmente pericolosi. Per esempio, c’è il fatto che il ventesimo posto nella classifica del Pallone d’Oro si assegni grazie a una manciata di voti, e che quella manciata di voti faccia scattare un bonifico da 10 milioni di euro. C’è da preoccuparsi? E soprattutto, è sano che l’erogazione di un altro bonifico da 10 milioni di euro sia vincolato alle scelte del commissario tecnico di una nazionale? Quale sarà mai lo stato d’animo di questo commissario tecnico, ogni volta che dovrà procedere alle convocazioni? Rimarrà insensibile al tutto? Naturalmente il mio discorso è di portata generale, e non riguarda soltanto Anthony Martial, Didier Deschamps e la nazionale francese. Sulla cui moralità non mi permetto di sollebare eccezioni. Questo discorso di portata generale richiama l’attenzione sul meccanismo perverso dei bonus contrattuali e sulla necessità di arginare questa nuova via alla finanza creativa calcistica. Si è già dormito abbastanza, su questo fronte.

    P. S. Dopo il passaggio di Martial dal Monaco al Manchester United, la nazionale francese ha giocato una partita. È stato venerdì 4 settembre, a Lisbona, contro il Portogallo. Martial è entrato in campo al 74’ (CLICCA QUI). Non so se adesso il conteggio sia a -24 o a -10. Di sicuro è una gara in meno allo scattare del secondo scaglione di bonus.
    @pippoevai

    Altre Notizie