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  • Pippo Russo: Pulvirenti, colpe e colpette
Pippo Russo: Pulvirenti, colpe e colpette

Pippo Russo: Pulvirenti, colpe e colpette

Strani contorsionismi verbali. Sono quelli in cui ieri si sono cimentati Antonino Pulvirenti e i suoi legali, nelle ore successive l’interrogatorio con relative ammissioni. Dopo sei giorni di arresti domiciliari, il presidente e proprietario del Catania ha deciso di ammettere ciò che soltanto sei giorni prima, al momento dell’arresto, negava fieramente. Diceva d’essere estraneo alle accuse, e che lo avrebbe dimostrato (LEGGI QUI). Infatti dopo nemmeno una settimana l’ha dimostrato, ma l’esatto contrario. E ha parlato di 100 mila euro a gara sborsati "per salvare il Catania". Detta così, come se si trattasse di un’attenuante. In fondo lo faceva per realizzare un bene, mica perché avesse in mente un disegno criminoso. E che colpa ne ha lui se a volte, per realizzare un bene, si è costretti a andare per le spicce?

Forse per molti di voi non sarà così, ma io sono rimasto affascinato dagli argomenti usati da Pulvirenti e dai suoi legali, per alleggerire una posizione che per il codice penale e per quello sportivo si fa pesantissima. Dovendo dare un nome a questa linea argomentativa, la chiamerei "Teoria della Colpetta". Che significa ammettere d’essere colpevoli, ma al tempo stesso interporre fra se stessi e la colpa commessa una serie di "se" e di "ma", di distinguo e circostanze attenuanti (o presunte tali) che sminuiscano la colpa riducendola al rango di "colpetta". Così è accaduto ieri, rispetto al modo in cui è stata confezionata la difesa sui mass media.

Si è partiti con la giustificazione del "tentativo di salvare il Catania". Come a dire che l’aveva fatto a fin di bene, e passando bellamente sopra al fatto che quel "fare il bene (illecitamente) del Catania" dovesse comunque comportare il far male di almeno una delle concorrenti nella corsa alla salvezza. Si ammette d’essersi macchiati di una colpa, e però lo si è fatto per puro istinto di sopravvivenza. Che forse altri non sarebbero andati per le spicce nel tentativo di non rimetterci la pelle?

Altro argomento da "Teoria della Colpetta" è quello che ha messo in relazione il versamento dei 100 mila euro a partita con la non certezza di avere generato l’effetto voluto. Secondo quanto dicono i suoi avvocati, infatti, Pulvirenti si sarebbe detto convinto che quei denari non abbiano avuto effetto sull’esito delle gare. Dichiarazione sconcertante, che suscita ulteriori interrogativi. A partire da quello principale: ma allora come mai li ha versati e ha continuato a versarli? Perché sul fatto che li abbia versati, non mi pare vi sia dubbio. Aggiungo che per la giustizia sportiva anche il solo tentativo di alterare l’esito di una gara con atti corruttivi è un cappio al collo. Sia per chi compie il tentativo, sia per il club che ne paga le conseguenze. E in questo caso, trattandosi di una dazione del presidente (da egli stesso ammessa), siamo davanti a un caso di responsabilità diretta. Altro dato di fatto da prendere in esame: delle cinque gare per le quali sono stati versati 100 mila euro cadauna, quattro si sono risolte con la vittoria del Catania e una col pareggio. E dunque abbiamo il seguente quadro della situazione: il presidente sgancia 100 mila euro a botta per fare in modo che i risultati delle gare in questione siano favorevoli al Catania, ma non giurerebbe che ciò sortisca effetti, e tuttavia quattro di queste cinque gare vedono il Catania vincente mentre la quinta lo vede imbattuto. Ognuno ne tragga le conclusioni che crede in termini di colpe e colpette.

E infine, l’argomento che probabilmente vuole essere il più incisivo fra quelli a discarico: il presidente e proprietario del Catania dichiara di non avere scommesso sulle cinque gare del suo club finite sotto inchiesta. Non so se si sia trattato di una risposta a una domanda dei magistrati, o se sia stata una dichiarazione spontanea. Nel caso fosse la seconda che ho detto, il senso dell’argomento sarebbe: potevo fare di peggio, ma non l’ho fatto. Non una gran trovata, francamente. Perché una colpa non diventa colpetta solo perché non ci si è macchiati di una colpa ulteriore.

@pippoevai

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