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  • Pirlo, l'errore del Milan

    Pirlo, l'errore del Milan

    Andrea Pirlo non è uno che ama parlare troppo. Silenzioso in campo e davanti a microfoni e taccuini, ha preso con filosofia la scelta del Milan di non accontentare le sue richieste di rinnovo. E' andato via senza rammarico, senza rimpianti, senza alzare la voce. Non ha risposto a chi lo accusava di essere finito, di non meritarsi un lungo e ricco prolungamento, ha preferito far parlare il campo, da sempre il suo portavoce. Pirlo è ripartito dalla Juve ed è tornato ad essere uno dei centrocampisti più forti del mondo, ripagando la fiducia di Conte e Marotta. Quella fiducia che a Milanello era venuta a mancare.

    Questo Pirlo era davvero così inutile per il Milan? Più di una volta Allegri è tornato sull'argomento, giustificando l'addio dal punto di vista economico e soprattutto tattico. Troppi i quattro milioni a stagione per tre anni richiesti dal 32enne centrocampista (Xavi del Barcellona è classe 1980), per di più per un giocatore considerato inutile per il progetto. Il Milan ha scelto di rinnovare per un anno i contratti di Seedorf, Ambrosini e Van Bommel, considerati più funzionali, per un esborso al netto di 9,5 milioni di euro (fonte Gazzetta dello Sport). Dei tre, solo l'ex Psv Eindhoven ha dato continuità alle sue prestazioni, ma a giugno farà le valigie per tornare in Olanda. Il Milan sarà costretto a tornare sul mercato, alla ricerca di un sostituto. Che difficilemente sarà del valore di Andrea Pirlo. Classe 1979, bocciato a 32 anni. E ora rimpianto.

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