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  • Pisacane racconta: c'è anche il Genoa dietro il suo miracolo

    Pisacane racconta: c'è anche il Genoa dietro il suo miracolo

    • Marco Tripodi
    La storia di Fabio Pisacane, tornato calciatore dopo aver vissuto l'inferno di una malattia terribile che ne mise a rischio la vita, è diventata di dominio pubblico lo scorso 18 settembre, giorno del suo debutto in Serie A con la maglia del Cagliari.

    In una lunga intervista apparsa oggi sulle colonne della Gazzetta dello Sport, il terzino napoletano ha ripercorso le tappe della sua malattia, comparsa all'improvviso quando aveva 15 anni mentre militava nel settore giovanile del Genoa: "Ero appena arrivato nelle giovanili del Genoa. Una mattina mi alzo, voglio togliermi il pigiama ma le braccia non funzionano, non rispondono. Mi portano all'ospedale di Savona, mi fanno gli esami: sindrome di Guillain-Barrè. Un medico fa: . Chi se ne frega del calcio, c'era in ballo la vita".

    Nonostante lo scetticismo dei dottori, Pisacane non molla, supera il coma, la paralisi ed affronta una lunga e faticosa ripresa. I suoi sforzi convincono Claudio Onofri, all'epoca responsabile delle giovanili del Genoa, a puntare ancora su di lui: "A un certo punto mio padre chiede a un dottore quando potevo riprendere a giocare e quello risponde . Non mollo, torno a Napoli, faccio fisioterapia. Appena mi sento meglio chiamo Onofri, responsabile delle giovanili. Si sorprende, non se l'aspetta, ma mi dice che mi avrebbe portato a Dusseldorf per un torneo con quelli di due anni più grandi. Ci vado e mi premiano come migliore".

    La vita calcistica di Pisacane può riprendere e nel maggio 2005 fa il debutto nel calcio dei grandi, esordendo in Serie B con la maglia del Grifone: "Due anni dopo sono nel giro della prima squadra e una notte sento bussare alla mia camera. Era Diego Milito. L'avevano appena preso. Ero in stanza da solo, mi è toccato ospitarlo e dargli il benvenuto".

    Quei tempi ora sono lontani, ma Fabio, ovviamente, ha ogni istante impresso nella memoria e spera che la sua storia possa servire da esempio a tante altre persone: "Ricordo quei tempi con orgoglio. Ci ho scritto un libro e vorrei anche farci un breve film animato, per i più piccoli".

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