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  • Pizarro:| Il ribelle tornato decisivo

    Pizarro:| Il ribelle tornato decisivo

     

    Il Cileno Che Visse Due volte all’improvviso ha scoperto che si può vivere una situazione alla Alfred Hitchcock senza necessariamente essere un protagonista di un film.

    La storia recente di David Pizarro, in fondo, racconta la parabola di un campione giudicato da tutti un hombre vertical, la cui caduta e resurrezione — culminata venerdì col rigore vincente segnato a Lecce — è in pratica coincisa con quella della Roma. Sapore spallettiano C’è il marchio di fabbrica del regista cileno in questo primo spicchio dell’era Montella. Con il nuovo allenatore infatti — ed il conseguente ritorno al 4-2-3-1 dal sapore spallettiano — Pizarro è risultato decisivo. Non a caso, con lui in campo, la Roma ha vinto a Bologna e Lecce ed in casa contro il Parma, prima dell’uscita per infortunio del Pek, i giallorossi erano serenamente in vantaggio per 2-0. La zona d’ombra D’altronde, come sorprendersi se il cileno nella scorsa stagione fu forse il migliore della Roma? Il fatto è che, da maggio a marzo, Pizarro ha vissuto 10 mesi difficilissimi. Prima l’accentuarsi della condrite (un’infiammazione alla cartilagine del ginocchio, il destro), poi la scelta di non operarsi ma di puntare a curarsi con i «fattori di crescita» dal professor Castellacci, responsabile medico della Nazionale azzurra. Quindi i problemi fisici fino alla mazzata psicologica, con Ranieri che gli dice che per il momento nel suo ruolo è meglio che giochi De Rossi. Il cileno non ci sta e sotto Natale allunga arbitrariamente il soggiorno sudamericano per curarsi in patria, non rispondendo al telefono. A metà gennaio il ritorno e le scuse, ma la preparazione è da ricominciare, col cileno— che racconta di non essere mai considerato da Ranieri neppure dal punto di vista delle condizioni di salute — sempre più ai margini. Ma la guarigione arriva, non così la voglia di mettersi a disposizione, che torna solo con l’arrivo di Montella. E i tifosi? Lo adorano, ma non gli perdonano la «diserzione» e così contro il Parma lo fischiano. Sembra il punto più basso, ma l’ultima spinta è quella di Ranieri, che dice: «È uno che non ti guarda mai negli occhi» . Per questo ieri il rigore segnato al Lecce e la corsa sotto la curva dei tifosi è sembrata la fine di un incubo, la fine del caso. Menez: lite e scuse Ma nella Roma meglio non distrarsi. E così c’è da registrare la lite poi rientrata, grazie alla mediazione di Montella e Montali, fra un nervoso Menez e Borriello, reo di non avergli passato un pallone a pochi secondi dalla fine. Il francese insiste, l’ex milanista si difende animatamente, ma un intervento prima di compagni e dirigenti (Brighi e Conti) evita confronti bruschi. Complice la vittoria, comunque, c’è il rapido lieto fine, con Menez che si scusa davanti a tutti. Ma i titoli di coda sono chiari: per il match con lo Shakhtar scalda i motori una Roma sempre ad alta tensione.

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