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  • Pogba, la colpa è di Mourinho. Al massimo Raiola lo riporta alla Juve...

    Pogba, la colpa è di Mourinho. Al massimo Raiola lo riporta alla Juve...

    • Fernando Pernambuco
    Dalle stelle alle stalle o quasi. Da campione a bidone o quasi. Fa un certo effetto assistere al trattamento a cui è sottoposto Paul Pogba di questi tempi. E non solo da parte di tabloid “gossipari”,  tifosi delusi o felici (a seconda delle parrochie) ma anche da opinionisti affermati, da riviste del calibro del “L'Equipe”e, lasciatecelo dire, allenatori. Qualcuno arriva, addirittura, a paragonarlo a Balotelli, sostenendo che i due condividono la medesima attitudine al “genio e sregolatezza”.

    Non ci pare che il paragone stia in piedi. Intanto perché le teste (quella di Supermario e quella di Paul) non sono affatto uguali, poi perché Pogba ha giocato alla grande in Italia e in molte partite internazionali. In comune Balo e Pogba hanno un immenso talento e il procuratore, ma il paragone finisce qui. L’ex juventino, oggi Manchester U., pur nella sua giovane età, ha dimostrato una continuità impressionante; in campo e fuori non ha mai dato adito ad acuti bizzarri o riottosi.

    Che cosa si può imputare a Pogba? Che sa difendere e impostare, sa lanciare lungo e dettare nello stretto, sa tirare come pochi da fuori area, sa giocare di testa e sa prendersi la responsabilità di giocate sublimi quanto imprevedibili. “Eh, però gigioneggia un po’ troppo”: d’accordo (basta vedere le reazioni di Conte o Allegri), ma si tende a ricordare più i palloni persi malamente per eccesso d’arte, che le giocate rischiose realizzate per pura ispirazione.

    Può un giocatore che ha deliziato il campionato italiano e non solo, diventare di colpo una palla al piede? Può un ragazzo che ha sempre dimostrato di eseguire i dettami dei propri allenatori e di condurre una vita privata inappuntabile, essere un “immaturo”? Ricordiamoci dell’ età, ricordiamoci che Platini ebbe bisogno di un girone d’andata per cominciare ad ambientarsi nel nostro campionato.

    I francesi vorrebbero che Pogba divenisse immediatamente il loro Platini o Zidane: sono orfani da tempo della figura del grande campione trascinatore, dotato di entrambi gli esprit: quello di geometrie e quello di finesse. Bisogna, invece, avere un po’ di pazienza e riflettere anche sul fatto che, benché Pogba sappia fare quasi tutto, non è detto che sappia farlo in tutte le parti del campo. Platini davanti alla difesa non lo vedevamo (e non l’abbiamo mai visto), Zidane medianaccio di rottura e palla via in orizzontale non lo vedevamo (e non l’abbiamo mai visto). Pogba col divieto di superare la metà campo, purtroppo l’abbiamo visto. Deschamps, disgraziatamente, ha pensato di dare in eredità il suo ruolo da giocatore al giovane Paul, lasciando libertà di andare in verticale a Sissoko. Era mortificante vedere Pogba che appena superava la riga di metà campo, in un modo o nell’altro, si liberava del pallone e tornava indietro. Esattamente il lavoro che faceva anni prima, davanti alla difesa, Deschamps: attrarre o recuperare palloni e smistarli a chi costruiva gioco, poi tornare subito a coprire. Un lavoro di tutto rispetto e importantissimo, ma che Pogba non sa fare. Mourinho persegue nell’errore del collega francese. Ma perché, ci chiediamo, allora non si è fatto comprare Mascherano?

    Comunque, male che vada, se la testardaggine di alcuni tecnici e l’impazienza d’un’opinione pubblica troppo tifosa dovessero avere la meglio ci pensa Mino: con una bella clausola del 20% lo fa rientrare alla Juve a prezzi scontatissimi.

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