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  • Polemiche tra virus e tv, lotta di classe e il Pistolero che non spara più: Hertha-Union, il derby di Berlino 30 anni dopo

    Polemiche tra virus e tv, lotta di classe e il Pistolero che non spara più: Hertha-Union, il derby di Berlino 30 anni dopo

    • Alessandro Di Gioia
    "Ich bin ein Berliner", "io sono un cittadino di Berlino": è l’indimenticabile  incipit del discorso pronunciato il 26 giugno 1963 a Berlino Ovest dal presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy, durante la visita a Rudolph-Wilde-Platz in occasione del primo viaggio ufficiale nella capitale tedesca, 18 anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. "Ich bin ein Berliner", è la frase che pronunceranno all'unisono, nelle loro case, i tifosi di Hertha ed Union Berlino questa sera alle 20.30, quando per la prima volta dal 1989, anno della caduta del muro che divideva Berlino Ovest da Berlino Est, i due club si affronteranno per il derby cittadino nella splendida cornice dell'Olympiastadion, match valido per la seconda giornata dopo la ripresa della Bundesliga, a lungo ferma a causa della pandemia.

    GLI INCIDENTI DELL'ANDATA E LA LOTTA DI CLASSE - Una partita che non può essere e non sarà come tutte le altre, per forza di cose: all'andata, quando l'Union la spuntò sui rivali dell'Hertha per 1-0 grazie alla rete su calcio di rigore all'87' da Sebastian Polter, attaccante tedesco 29enne primo match winner del derby post muro, il match venne interrotto a causa dei fumogeni e delle intemperanze da parte dei tifosi, culminate con un'invasione di campo. L'Union neopromosso, l'Union dell'Est, l'Union del proletariato che la spunta al Der Alten Forsterei, lo stadio di casa, contro i borghesi dell'Ovest dell'Hertha. Il mondo che si capovolge: una vera e propria lotta di classe che non è mai tramontata, nonostante il passare degli anni, lotta di classe che si è spostata sul campo da gioco.

    QUATTRO ALLENATORI E LE POLEMICHE CORONAVIRUS-TV - Sei mesi dopo, il mondo si è capovolto veramente, e non solo per il virus: l'Union è dodicesimo in classifica, a più 7 sulla salvezza e ha ceduto di misura alla corazzata e capolista Bayern, la settimana scorsa. L'Hertha è undicesimo, con un solo punto in più, tra l'altro guadagnato la settimana scorsa grazie alla vittoria sul campo dell'Hoffenheim, arrivata tra furibonde polemiche: il tecnico Bruno Labbadia, ingaggiato ad aprile in pieno lockdown, è stato infatti il quarto allenatore a sedersi in panchina da agosto dopo i fallimenti di Covic, Klinsmann e Nouri. Non solo: il club è stato duramente criticato perché il difensore belga Dedryck Boyata ha baciato il compagno di squadra Marko Grujic sulla guancia dopo il primo dei tre gol realizzati, pochi giorni dopo che l’attaccante Salomon Kalou era stato sospeso per aver pubblicato un video in cui stringeva le mani ai compagni nello spogliatoio, con annessa sanzione da parte della Bundes. Non solo, i tifosi di casa hanno manifestato la loro contrarietà alla decisione di giocare a porte chiuse: "È uno spettacolo che non ha nulla a che vedere con il calcio che amiamo e sosteniamo. I campionati federali dipendono dai soldi della TV. Per questo motivo il calcio dovrebbe essere giocato solo per la televisione". Un clima tranquillo.

    IL PISTOLERO CHE NON SPARA PIU' - Dulcis in fundo, un pezzo di Italia scenderà in campo questa sera nello stadio che ha consacrato gli Azzurri quattro volte Campioni del Mondo: quel Krzysztof Piatek che doveva essere l'uomo della rinascita per il Milan e che invece si è trovato con le polveri bagnate dopo soli sei mesi in rossonero, tanto da essere ceduto nel mercato di gennaio. All'Hertha le cose non stanno andando molto meglio: solo due gol finora, di cui uno in Coppa, tanti musi lunghi e il posto da titolare perso a scapito dell'ultratrentenne Vedad Ibisevic. Il Pistolero non spara più: provare a essere decisivo nel derby potrebbe essere un modo per entrare nel cuore dei sui nuovi tifosi. E magari poter dire, per una sera, "Ich bin ein Berliner".

     @AleDigio89

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