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  • Polverini, ex Pro Piacenza: 'Ecco il mio calvario: cacciato di casa con famiglia!'

    Polverini, ex Pro Piacenza: 'Ecco il mio calvario: cacciato di casa con famiglia!'

    Dario Polverini, difensore passato a gennaio alla Virtus Verona dopo aver militato nel Pro Piacenza nella prima parte della stagione, ha raccontato alla Gazzetta la situazione della sua ex squadra, salita alla ribalta delle cronache dopo la sconfitta in 7 contro il Cuneo per i mancati pagamenti degli stipendi: "A luglio venne allestita una squadra molto forte, partiamo per il ritiro con tante belle speranze. A fine agosto viene cacciato il direttore sportivo perché il presidente vuole alzare l’asticella e puntare alla B. Arrivano 10 giocatori negli ultimi giorni di mercato, una rosa di 33, budget altissimo per la categoria. Nelle prime cinque partite tre vittorie e due pareggi, siamo primi in classifica. Poi alla prima scadenza del 15 ottobre la proprietà non paga gli stipendi: il venerdì il presidente ci dice che sono partiti i bonifici, noi andiamo in campo ma lunedì scopriamo che non era così. Pannella ci riunisce, ci spiega che ha problemi con la sua azienda ma ci promette che avrebbe sistemato le cose. In effetti a novembre ci arriva lo stipendio di agosto, senza contributi: praticamente dimezzato. Poi alla scadenza di dicembre i pagamenti non arrivano, nonostante le rassicurazioni del presidente. La situazione precipita. Nel frattempo in città le voci cominciano a girare e i proprietari degli appartamenti ci dicono: se non pagate dovete liberare le abitazioni. Molti di noi devono farlo, anche giocatori con famiglie e bambini al seguito. Il club prova a sistemare alcuni negli alberghi, ma non si può vivere con la valigia nel bagagliaio, venendo sballottati da una struttura all’altra. Le inadempienze coinvolgono anche il settore giovanile: ragazzi abbandonati a se stessi, squadre escluse, genitori che chiedono lumi a noi della prima squadra. Decidiamo di fare uno sciopero per mettere il presidente spalle al muro, ma lui non se ne cura. Saltiamo la prima, la seconda, la terza partita, poi viene la sosta. Al rientro non cambia nulla e decidiamo quasi tutti di andarcene, chi con lo svincolo chi con la rescissione"

    SULLE COLPE - "La colpa? Di chi non ha vigilato, la puzza di bruciato si sentiva dall’inizio. Così chiunque può fare calcio professionistico. Mi auguro che le norme vengano riviste per tornare a fare un calcio vero, pulito. Comunque, è sbagliato attaccare i giocatori del Cuneo: senza quel 20-0 nessuno avrebbe parlato dello scandalo del Pro Piacenza. Loro hanno fatto solo il loro dovere, hanno sbagliato semmai i genitori a mandare quei ragazzi a farsi umiliare sperando di avere una possibilità in Serie C. Pannella? Era surreale parlare con lui. Per lui i problemi non esistevano, nemmeno di fronte all’evidenza. Mi domando come sia possibile che un’azienda che è stata sponsor di una squadra di Serie A non possa poi pagare gli stipendi in C. C’è qualcosa che non quadra".

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