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  • Portaluppi bidone alla Roma, da 'Renato ridacce Cochi' a 'Meglio di CR7' VIDEO

    Portaluppi bidone alla Roma, da 'Renato ridacce Cochi' a 'Meglio di CR7' VIDEO

    • Antonio Martines
    Bisognerebbe sempre fare un benefico esercizio del dubbio quando si ha a che fare con personaggi come Renato Portaluppi. Perché con tipi come lui non si capisce mai veramente dove cominci l'errore e dove finiscano le scusanti. Il dubbio più atroce per esempio è che sia stato troppo frettolosamente etichettato come bidone, visto che nella Serie A di quegli anni non ci andavano troppo per il sottile. Di sicuro lui si impegnò moltissimo per passare come tale, anche in virtù di dichiarazioni e atteggiamenti improbabili che poi lo esposero al pubblico ludibrio. Non a caso fu uno degli astri più luminosi di Mai dire Gol e della Giallappa's Band

    Renato Portaluppi arrivò a Trigoria in un caldo giovedi del giugno 1988, in modo plateale, a bordo di un elicottero che lo fece scendere direttamente sul campo da gioco. Fisico massiccio, mascella squadrata, capelli lunghi e fluenti: incarnava alla perfezione il modello macho dell'uomo che non deve chiedere mai, che tanto di moda andava negli anni '80. Liedholm lo definì un Gullit bianco e Dino Viola rincarò la dose, dicendo che oltre alla potenza dell'olandese aveva anche una tecnica sui livelli di Maradona. In effetti il Gaucho (come lo chiamavano in Brasile) a pallone ci sapeva fare eccome, visto che nel 1983 vinse la Coppa Intercontinentale con il Gremio; insomma a Roma erano convinti di aver preso un degno erede di Falcao, ma le cose andarono molto diversamente. 

    Perché Renato, da Falcao ereditò soprattutto lo status di nuovo Sex symbol straniero della "Maggica", per la gioia delle donne della capitale che tra lui e Giannini avevano un bel dilemma. A tal proposito, una volta disse a Pelé: "Per ogni tuo gol ho conquistato una ragazza". Ma forse proprio per questo non riuscì mai ad inserirsi all'interno dello spogliatoio giallorosso, soprattutto a causa del suo pessimo rapporto col Principe (guarda caso), un rapporto che secondo il brasiliano si rifletteva negativamente soprattutto sul rettangolo verde, perché a suo dire i compagni, su suggerimento dello stesso Giannini non gli passavano mai la palla, escludendolo cosi dal gioco. In effetti anche il rapporto con il resto della squadra non era dei migliori, in particolare con Massaro con il quale ebbe anche una rissa. Ma fu soprattutto la sua vita privata ad essere molto chiacchierata, Renato infatti amava combattere la saudade, concedendosi una vivace vita notturna a base di belle donne, discoteche (Gilda su tutte) e bevute, tanto che una volta fu ritrovato mezzo nudo ed ubriaco in uno stabilimento dalle parti del litorale laziale. Tutto questo ovviamente influi negativamente sul suo rendimento con soli 4 miseri gol (zero in campionato) distribuiti su 32 presenze stagionali. Ma Renato oltre a essere un amante delle donne e della bella vita aveva anche un carattere spigoloso, visto che di Giannini disse che non sarebbe stato degno di giocare neanche nella terza divisione brasiliana. E cosi partita dopo partita e mese dopo mese, l'enorme credito che gli venne concesso da parte della generosa e passionale tifoseria giallorossa di quegli anni, andò via via erodendosi fino ad arrivare al famoso striscione "Renato ridacce Cochi" che apparve durante una partita di campionato al Flaminio. 

    Tutto ciò però non ha mai intaccato più di tanto l'autostima del brasiliano, che infatti è stato sempre uno che ha avuto un'altissima considerazione di se, forse anche troppa, visto che proprio in questi giorni è ritornato agli onori della cronaca con le sue dichiarazioni su Cristiano Ronaldo: "CR7 ancora Pallone d'oro? Non ho dubbi, io ero più bravo di lui, avevo maggiore tecnica. Troppo facile nel Real Madrid: se avesse giocato nei miei club, senza prendere 4 mesi di stipendio, cosa avrebbe fatto?". Dichiarazioni che hanno suscitato scalpore in tutto il mondo, ma non in Brasile dove invece ci sono altri a pensarla come lui. Uno di questi è addirittura Luiz Felipe Scolari, che non più tardi di ieri ha detto: "Secondo me Renato era più forte di Ronaldo, anche se il portoghese segna di più". Altre parole roboanti e clamorose, che potrebbero anche essere un tatticismo mediatico per provare ad innervosire CR7 in funzione della finale del Mondiale per club di oggi (calcio d'inizio alle ore 18) tra Gremio e Real Madrid. Anche se: come detto in apertura, il beneficio del dubbio, ci porta a pensare che Renato creda veramente in ciò che dice. 

    @Dragomironero

     

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