L'Everton con Ancelotti può stare tra le big inglesi: portieri decisivi nel pari con lo United
Everton-Manchester United, l'una è quasi da sempre e orgogliosamente la seconda squadra di Liverpool, l'altra è da qualche anno, dopo decenni di dominio sul City, la seconda squadra di Manchester. Cosa si giocavano in questa partita? Tutto e niente. Lo United un possibile ma arduo quarto posto in classifica (se lo contende con Chelsea e Tottenham), insomma United insegue posto in Champions 2020/2021. In classifica il quarto posto è ad ora per i Red Devils un'irta scalata ma, se mantengono squalifica ed esclusione per il City, allora è quasi fatta. Fatta al sapore dello sberleffo ai Citizens. Alla classifica l'Everton ha poco da chiedere (una Europa League?). Ma in questa partita si giocava la credibilità, le dimensioni del suo status in Premier. Come gioca l'Everton di Ancelotti, ormai Ancelotti è lì da un po'. Come gioca, e chi lo sa? Gli regalano subito il vantaggio e questo segna e disegna la partita. Un minuto dopo il regalo di De Gea, l'Everton quasi raddoppia. Ma arriva la traversa di Matic del Manchester. Poi Matic tira ancora, il portiere rinvia. Il Manchester guadagna progressivamente campo.
Giocano diversamente le due squadre: Everton con grandi cambi gioco che partono da centrocampo e poi si moltiplicano più avanti, come le linee di una zip. Manchester United che tesse di più, affonda e tenta per vie centrali, usa, qua e là, il trequartista. Everton che ha velocità ma troppa percentuale di passaggi sbagliati. Manchester cui davanti manca qualcosa e forse anche più. Dopo il pareggio il Manchester dà la sensazione di essere potenzialmente più forte; piccola rissa al minuto 40, nel suo piccolo si incazza anche Ancelotti. Si corre, si gioca bene, ci si bastona, anche. Dieci minuti di reciproco studio nel secondo tempo, come fosse il primo. Poi palo dell'Everton e soprattutto Everton che non ribatte dentro sulla respinta del legno (Richarlison). Quarto d'ora e si riprende a correre, di qua e di là, di là e di qua. Alla mezz'ora del secondo tempo la partita è scalata da bella partita (primo tempo) a buona partita. Ancelotti ci prova e mette dentro Keane. Come detto, nel recupero i due portieri salvano prima l'uno poi l'altro il pareggio.
Pareggio che per nessuno dei due è mezza sconfitta: il Manchester conferma che i lavori in corso di grande e generale ristrutturazione non sono un bluff e hanno fondamenta. L'Everton mostra e dimostra, anche a se stesso, che può entrare e sedersi nel pub delle squadre nobili: dominare e guidare il club non è cosa sua, ma la tessera del club, quella sì, se la sta riprendendo.