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  • Prandelli a 360°: 'Cassano non sbaglierà più. Il campo mi manca'
Prandelli a 360°: 'Cassano non sbaglierà più. Il campo mi manca'

Prandelli a 360°: 'Cassano non sbaglierà più. Il campo mi manca'

  • Martino Adorni

Il ct della Nazionale Cesare Prandelli, nel corso di un intervento al Master Internazionale di strategia e pianificazione delle organizzazioni, degli eventi e degli impianti sportivi (incontro che apre la XV edizione del corso), ha raccontato come sono andate le cose con Antonio Cassano durante i giorni più difficili dopo la rottura con Garrone. 'Io ricordo un esempio - ha detto - dei tempi in cui allenavo a Parma. Tutti erano contro Lamouchi. E io ho deciso di farlo giocare sempre. Quindi con Antonio è stato semplice. Gli ho fatto una telefonata per dargli il mio sostegno. Sente il peso del fatto di diventare padre e sono convinto che non sbaglierà più. Se sarà convocato per la prossima partita? Il codice etico non c'entra più. Adesso sta giocando e lo stiamo osservando. Se avrà continuità di rendimento, ci sarà'. Prandelli spiega anche quello che può essere decisivo nella gestione di Cassano al Milan: 'E' importante la cultura del tecnico e la struttura in cui lavora. Perché soltanto questo può permettere di gestire dei giocatori particolari andando oltre le scelte tecniche del campo'.

Il ct azzurro smentisce anche ogni ipotesi di ritorno di Totti in Nazionale: 'Ho capito in quel momento quanto sia diverso il peso della mia figura. È bastato che Cassano dicesse di voler fare un'amichevole con Totti in Nazionale, e io per tre mesi ho dovuto rispondere a domande su Totti. Mi dispiace, ma noi puntiamo sui giovani. In questi primi sei mesi abbiamo selezionato 30 giocatori, purtroppo credevamo di trovare più giovani ma non è stato così. Ma andremo avanti su questa strada'. Prandelli continua a puntare sugli oriundi ('Se uno è in Italia e ha i documenti, è un nuovo italiano. Noi andiamo avanti per questa strada') ma sottolinea anche che guardare agli italiani all'estero ('Siamo a Parma e penso a uno come Giuseppe Rossi, che è un valore aggiunto'). Tra questi anche Balotelli, su cui il ct è chiaro: 'Gli ho detto subito che vorrei sentir parlare di lui per quello che fa sul campo e non per quello che accade fuori. Ha bisogno di buoni consigli'. Due cose che Marcello Lippi non amava. Ma non per questo c’è un contrasto tra le due gestioni. Anche perché Prandelli ammette di aver incontrato il proprio predecessore prima di iniziare questa avventura: 'Ho voluto parlare con lui perché mi sembrava giusto esprimergli la mia solidarietà. Poi lo conoscevo sin dai tempi dell'Atalanta. Che consiglio mi ha dato? Di avere la forza di non farsi considerare dalle pressioni'.

Prandelli apre nuovamente all'idea del supporto tecnologico nel calcio: 'E' qualcosa di cui abbiamo bisogno anche come deterrente per la violenza. Penso a Brescia-Juventus, che ho visto allo stadio. Dopo un intervento su Diamanti in area, dagli spalti sembrava rigore. Sugli spalti si sentiva un certo malessere. Ma lui è stato bravissimo a bloccare tutto e a dire che non era rigore. Purtroppo non accade spesso. E poi servirebbe per aiutare l'arbitro'. Si chiude toccando l'argomento giovani. 'I giocatori di qualità in Italia ci sono. Ma è il modo in cui interpretiamo il calcio noi che non fa uscire la qualità. Il Sudamerica invece pensa diversamente, e infatti escono moltissime mezze punte. Da noi sono anni che le abbiamo sottovalutate. Non c'entra niente Sacchi in questo. C'entra il fatto che alcuni hanno scopiazzato un modulo rigido senza avere le conoscenze'. Non manca un'ammissione su quello che ha 'perduto' divenendo ct: 'Il campo mi manca, il lavoro di tutti i giorni con i giocatori e la squadra. Mi manca dal lunedì alla domenica pomeriggio. Poi vedo le interviste del post-partita e mi sento meglio. Comunque cerco di stare tantissimo a Coverciano, dove posso lavorare assiduamente alla costruzione della mia Nazionale'. Ma come deve essere la sua Nazionale? 'L'importante è coltivare il mio sogno. Portare in giro per il mondo una squadra che piace agli italiani. Forse dopo il Mondiale del 2006 abbiamo sbagliato qualcosa nel rapporto con la gente. Ci dobbiamo avvicinare alle persone'.

Uscendo dalla sede dell'Università di Parma, Prandelli ha aggiunto anche un passaggio sul caso Mutu: 'L'ho sentito il giorno del suo compleanno, per il resto sappiamo che lui certe cose se le va a cercare. Ma se fossi il Cesena, lo prenderei assolutamente'.

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