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  • Prandelli: 'Italia fantasia modello Spagna, ma è dura ricostruire'

    Prandelli: 'Italia fantasia modello Spagna, ma è dura ricostruire'

    • C.G.

    Il ct dell'Italia, Cesare Prandelli ha concesso un'intervista al sito ufficiale della FIFA.

    Come si sente dopo i primi mesi di lavoro alla guida dell'Italia?
    "Mi sono sentito subito entusiasta per questa nuova esperienza. Sapevo dall'inizio che era necessario ricostruire dopo un periodo difficile, ma i giocatori hanno dimostrato molto entusiasmo in queste prime partite e tutto è stato molto positivo. Ad essere onesti non è stato facile e non abbiamo ottenuto ancora nulla. Ciò che conta in questa fase è che abbiamo riacceso alti livelli di motivazione di tutti gli interessati, compresi i tifosi. Una delle nostre priorità è cercare di migliorare il rapporto con i tifosi e credo che, finora, il messaggio è stato recepito".

    Parte di questo processo ha coinvolto un richiamo di giocatori noti per la loro forte personalità, come Antonio Cassano e Mario Balotelli. Come si fa a ottenere il meglio da individui come questi?

    "Prima di fare qualsiasi altra cosa, bisogna mettere in chiaro che fanno parte di un gruppo. Penso che sia sempre molto importante avere giocatori con carattere e grande talento come loro, ma la chiave è assicurarsi che abbiano capito di dover aiutare la squadra".

    Il Mondiale in Sudafrica ha chiarito c'era bisogno di un'iniezione di nuova linfa.
    "Al momento siamo alla ricerca di nuovi giocatori. Però deve essere chiaro che si tratta di un processo lungo e che non sarà facile. Detto questo, l'Italia è un paese con un ricco patrimonio calcistico e sono sempre emersi grandi calciatori, anche durante i periodi meno produttivi. Penso che sarà così anche adesso, il mio lavoro è riportare alla luce questi talenti e portarli in Nazionale".

    Eppure, negli ambienti del calcio italiano, c'è l'idea che le prossime generazioni non sono così tecnicamente dotate come i loro predecessori. È un problema che può essere risolto?

    "Il lavoro di ricostruzione non inizia con la nazionale maggiore. Dobbiamo iniziare il lavoro dal basso, con i bambini. Sono convinto che al momento i passi giusti sono stati fatti, ma è un processo che richiederà tempo e pazienza".

    Stando così le cose, pensa che la Spagna sia il miglior esempio da seguire?
    "I risultati della Spagna non sono una novità, né una sorpresa perché a livello giovanile stanno ottenendo risultati straordinari ormai da anni. Nel loro caso la chiave è che sono attaccati ai valori della tecnica e della velocità. Sono stato veramente contento quando la Spagna ha vinto la Coppa del Mondo e credo che sia un esempio da seguire, non solo per noi ma per qualsiasi paese che vuole rimanere nell'elite del mondo".

    L'Italia può trovare la via del ritorno al vertice?

    "Noi vogliamo ridurre il distacco, ma non è facile. Penso che la chiave è cercare di giocare un calcio di qualità, con fantasia. A mio parere questo è il cammino che dobbiamo seguire. Bisogna mantenere il possesso della palla e giocare per vincere la partita, così i successi arrivano di conseguenza".

    Pensa che l'Italia sarà pronta a competere per il titolo a EURO 2012?
    "Prima di tutto dobbiamo qualificarci, se pensiamo che sarà facile sbagliamo in partenza. Per raggiungere questo obiettivo dovremo dimostrare qualità e carattere. Una volta centrata la qualificazione, avremo tempo di pensare alla fase finale, ma abbiamo bisogno di concentrarci completamente sui prossimi ostacoli, il resto seguirà a tempo debito".

    Un'ultima domanda: finora qual è stato l'aspetto più divertente del suo lavoro?

    "Il rapporto con il pubblico, i tifosi ci hanno trattato benissimo e sono completamente con la squadra. Questo mi motiva a continuare e ad andare avanti. Naturalmente allenare l'Italia comporta un sacco di pressione, ma non mi spaventa, anzi la vedo come una sfida. Non tutti hanno la possibilità di fare questo lavoro fantastico, è un vero privilegio".
     


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