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Prandelli: 'Riva simbolo della maglia azzurra. Quanto manca alla Nazionale...'

Prandelli: 'Riva simbolo della maglia azzurra. Quanto manca alla Nazionale...'

Oltre 300 voti in più rispetto ad Alessandro Del Piero, un vantaggio di 400 su Francesco Totti: una vittoria schiacciante quella di Gigi Riva nel sondaggio promosso da calciomercato.com sui 10 migliori calciatori italiani degli ultimi 50 anni. Un successo sul quale ha voluto dire la sua anche l'ex ct della Nazionale e nostro apprezzato editorialista Cesare Prandelli, che con Rombo di Tuono ha condiviso un'intensa parentesi in azzurro. "Sono molto felice della vittoria di Riva nel vostro sondaggio e che molti voti arrivino anche dai ragazzi più giovani. Significa che i papà, i nonni, chi lo ha visto giocare ha trasmesso negli anni quei valori sani di cui Gigi è stato straordinario portatore", ha esordito Prandelli.

Mister, perchè Riva è ancora così amato a distanza di tempo?

"Perchè, come dicevo, ha sempre trasmesso da calciatore prima, da dirigente di gran livello poi, dei princìpi importanti. Da giocatore, è stato un concentrato di tecnica, forza fisica e coraggio e poi la sua storia parla da sè. Ha vinto un solo scudetto, poteva vincerne almeno 10 se non avesse scelto di restare in Sardegna, a Cagliari, e diventare un simbolo anche perchè si è fatto carico dei problemi della gente del posto. Un mito a 360 gradi".

Mister, Riva ha parlato di Lei come dell'ultimo grande amico avuto in Nazionale. Parole che inorogliscono...

"Assolutamente e mi commuovono molto. Non ho mai conosciuto una persona che amasse così tanto la maglia dell'Italia come Riva e mi dispiace che non ci siano state le condizioni affinchè potesse continuare il suo lavoro al fianco della Nazionale. Oggi sarebbe ancora utilissimo e il suo esempio sarebbe fondamentale per i calciatori più giovani, ma non solo. Da dirigente, mai ho visto un uomo bravo come lui a farsi carico delle pressioni per cercare di distogliere i giocatori da problemi e preoccupazioni. Mi ritrovo nel suo "sfogo" su un calcio di oggi in cui è difficile riconoscersi: per come è fatto, ha sempre accettato la sfida, il confronto con l'avversario, mai la slealtà e l'inganno".

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