In sei mesi di Roberto Mancini si è parlato a 360 gradi, a tutte le latitudini, in tutti i modi possibili. In sei mesi l'ex tecnico dell'Inter è passato dall'essere hero, eroe, ad allenatore sopravvalutato, addirittura fortunato, incapace di far giocare insieme tutti i campioni del Manchester City.  Dopo il successo dei Citizens in Premier League, davanti ai rivali cittadini del Manchester United, Mancini è stato l'uomo più richiesto d'Inghilterra: l'ha cercato con insistenza la Russia, che poi ha ripiegato su Fabio Capello per dar via al nuovo progetto mondiale, poi ha rinnovato il suo contratto fino al 2017, mettendo fine ai rumors di mercato.  E' stato scelto dalla proprietà per dare continuità al progetto, ma dalla proprietà il tecnico di Jesi non ha avuto il mercato che si aspettava. In estate sono arrivati Javi Garcia e Rodwell, più il serbo Nastasic, nonostante le richieste di un centrocampista di prima fascia, come Daniele De Rossi.

Praticamente con la stessa squadra dell'anno scorso Roberto Mancini, nel weekend, si è ripreso la vetta della classifica in Premier League, grazie alla manita all'Aston Villa. In Champions il City, inserito in un girone di ferro, rischia l'eliminazione, ma Mancini non può essere l'uomo dei miracoli, soprattutto se ha a che fare con i numerosi infortuni. Lui sta facendo tutto il possibile, compresa la gestione di una testa calda come Balotelli e del rilancio di una risorsa come Tevez, che solo dieci mesi fa non vedeva l'ora di lasciare il grigio di Manchester.