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  • Prevedibile e senza cambi di marcia: tutti i limiti della Roma

    Prevedibile e senza cambi di marcia: tutti i limiti della Roma

    Nelle ultime 9 partite la Roma ha registrato più pareggi (8) di quanti non ne ha raccolti nelle precedenti 44. A questo punto nella corsa al secondo posto deve aver paura solo di se stessa e della sua improvvisa incapacità di vincere. Napoli, Lazio e Fiorentina sono in agguato. Contro il Chievo è possibile analizzare i difetti romanisti in 3 passaggi:

    1. Scarso utilizzo dell’ampiezza. La manovra troppo prevedibile sta diventando uno dei problemi della Roma. Se la velocità di Gervinho non mette in crisi le difese avversarie l’impressione è che l’attacco non sia sufficientemente supportato da valide alternative. Contro il Chievo lo si è visto nei soli 11 cross effettuati (9 dei quali andati a buon fine, ovvero toccati da un giocatore della Roma subito dopo) a fronte dei 19/24 della formazione veronese.

    2. Progressivo appannamento. La prevedibilità è stata poi aggravata da una squadra che sembra non avere cambio di marcia e che al contrario sembra appesantirsi a partita in corso. A fronte di una azione offensiva che non è mai venuta meno (con una crescita da 12 a 16 delle palle giocate in zona area dal primo al secondo tempo), la Roma infatti ha visto calare nettamente la positività della stessa non creando di fatto palle gol per tutto il secondo tempo (2 limpide quelle registrate nel primo) e peccando anche nei calci piazzati offensivi (dal 41% al 7% di positività).

    3. Totale assenza di profondità. Si tratta di un riflesso dei due dati precedenti, ma assai importante nella comprensione di quello che la Roma prova a fare. Con Totti ad agire da catapulta per gli esterni Iturbe e Gervinho le palle profonde per gli attaccanti esterni sono la principale delle risorse giallorosse. Anche contro il Chievo, tuttavia, questa è divenuta l’unica arma della squadra, finendo per diventare l’unica risorsa in un monologo prevedibile e facilmente contrastabile dal Chievo. Mentre nel primo tempo la profondità è stata cercata con 68 verticalizzazioni nella metà campo avversaria (5 quelli andati a buon fine) nella ripresa la Roma ha addirittura raddoppiato lo score, indovinandone 17/132. Nel frattempo diminuivano i passaggi lunghi tentati (da 18 a 16) a dimostrazione di come la ricerca delle possesso palla e dell’azione manovrata da dietro in certe condizioni diventi quasi sempre un non-valore.

    Giovanni Armanini @armagio
    armagio.wordpress.com

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