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  • Prima era di troppo, ora fa troppo poco. Bonus vacanze e Stato intermediario: come Raiola e Mendes, sbaglia sempre

    Prima era di troppo, ora fa troppo poco. Bonus vacanze e Stato intermediario: come Raiola e Mendes, sbaglia sempre

    • Pippo Russo
      Pippo Russo
    Dalla culla alla tomba con passaggio via spiagge e montagne. Provoca uno strano effetto sentire parlare di un bonus vacanze, una fra le misure più in vista nel decreto che doveva chiamarsi Aprile e invece con nome diverso è giunto a compimento in pieno maggio. Lo Stato agevolerà le nostre ferie con bonus fino a 500 euro. E si tratta di una misura concepita per non essere di puro welfare in favore delle famiglie, ma piuttosto di riconnessione in un mercato che in questo momento è istituzione sociale eterea.

    Un luogo ormai destrutturato in cui domanda e offerta non s'incontrano perché a loro volta sono quasi svanite. E senza uno sforzo per farle incontrare, chissà quando mai sarebbero in grado di riconnettersi. Ciò che invece lo Stato fa: mettere risorse a disposizione delle famiglie, ma da spendersi soltanto in uno specifico settore dell'economia e a determinate condizioni. Domanda e offerta guidate verso l'incontro da una mano per niente invisibile. La mano che assiste non una parte sola ma entrambe.

    Un intermediario spurio, che anziché percepire la commissione sulla transazione mette denaro per farla esistere. E ve li immaginate Mino Raiola o Jorge Mendes che danno soldi alle società dopo avere pilotato la conclusione di un trasferimento?

    I mesi della pandemia ci restituiscono un'altra visione del rapporto fra lo Stato e il mercato. Con lo Stato che improvvisamente occupa il campo del mercato per corrergli in soccorso, dopo che quello per un trentennio ne aveva propugnato la cacciata non soltanto dall'economia ma persino dalla società. Assistiamo alla vertiginosa oscillazione indietro del pendolo, dopo l'ubriacatura neo-liberista che a partire dagli Anni Ottanta ha portato a confinare lo Stato dentro una nicchia ben sorvegliata.

    Privatizzare e aziendalizzare sono stati i mantra. Con quali risultati lo vediamo adesso, specie se constatiamo gli effetti della privatizzazione dei sistemi sanitari e il crash test che per essi è stata la pandemia. Lo Stato ritorna nella nostra vita. Costretto sempre e comunque a vedersi bersagliare dall'accusa d'inefficienza. Perché prima lo si accusava di esserci ancora troppo e invece adesso gli si chiede di fare di più.

    Più di così? Ecco un tema da affrontare quando finalmente ci saremo messi alle spalle l'incubo. Dopo che, da utenti o da gestori, avremo sfruttato il periodo di vacanza grazie alle erogazioni governative. Vorremo davvero ricacciare indietro lo Stato? Bella domanda.

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