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Problemi strutturali e crollo degli introiti: ecco perché Inter e Milan hanno bocciato la ristrutturazione di San Siro

Problemi strutturali e crollo degli introiti: ecco perché Inter e Milan hanno bocciato la ristrutturazione di San Siro

Il portale Calcio e Finanza è entrato in possesso dei documenti che certificano la posizione espressa da Inter e Milan in merito al progetto di realizzazione del nuovo stadio cittadino e che spiegano nel dettaglio il "no" alla ristrutturazione di San Siro. Dopo aver scartato l'ipotesi di disputare i propri match casalinghi in un altro impianto fuori da Milano - durante gli eventuali lavori per il rifacimento del "Meazza" - entrambi i club hanno preso atto della "mancanza di impianti sportivi alternativi disponibili a ospitare l’attività delle squadre, l’insostenibilità economica e la perdita dei ricavi correlata, nonché l’onerosità economica e organizzativa per l’esperienza dei tifosi. Oltretutto, questa scelta avrebbe comportato la perdita per la Città dell’unico impianto in grado di ospitare grandi eventi e concerti".

PROBLEMI STRUTTURALI - Inter e Milan hanno evidenziato inoltre le difficoltà strutturali e le ricadute economiche su un progetto che ipotizzasse la ristrutturazione dell'attuale stadio: "la necessità della demolizione del terzo anello per ridurre la capienza globale dell’impianto, ampliare la circolazione sui vari livelli e consentire l’integrazione dei servizi disponibili, oggi insufficienti ad accogliere le esigenze del pubblico (ad esempio durante l’intervallo); il conseguente abbassamento/rifacimento della copertura, per renderla acusticamente adeguata; il mantenimento in essere del secondo anello, necessario anche per garantire la continuità d’esercizio durante le fasi di cantiere; la contemporanea demolizione e ricostruzione del primo anello, la parte più vetusta dello stadio, al fine di adeguarne la capacità portante e abbassare gli spazi dedicati all’ospitalità (skybox e skylounge), ad oggi allocati troppo in alto, limitando la visione del campo di gioco e l’esperienza stadio sotto il secondo anello; la costruzione di un edificio esterno dietro la tribuna rossa per aumentare i volumi coperti per creare aree tecniche, di hospitality ed uffici. Tale edificio coprirebbe la vista di quanto rimarrebbe dell’attuale San Siro (ie. secondo anello e relative rampe). Con questi interventi, lo stadio ristrutturato “raggiungerebbe una capienza ben al di sotto della soglia dei 60.000 posti e continuerebbe a non disporre di spazi e servizi sufficienti, in quanto la conservazione dell’impianto esistente rimane fortemente vincolata all’attuale posizione dello stesso e ai suoi limiti fisici d’espansione".

I COSTI - Una ristrutturazione avrebbe comportato la perdita di "quegli elementi identitari che alcuni sostenitori della conservazione rivendicano, rendendo il Meazza del tutto irriconoscibile" e avrebbe portato all'allestimento "di un cantiere di notevoli dimensioni che per tutta la sua durata dell’attività (5-6 anni) dovrebbe convivere con l’attività sportiva delle due squadre durante il campionato e le coppe". Aspetti impattanti anche sotto quello puramente economico, perché i lavori di ammodernamento di San Siro avrebbero avuto un costo stimato di 510 milioni di euro - contro i 650 calcolati per la costruzione di un nuovo stadio - e soprattutto perdite a livello di introiti per circa 115 milioni (oltre ai costi per assicurare le condizioni di sicurezza) derivanti dalla diminuzione della capienza del "Meazza" nel periodo delle opere di ristrutturazioni.

Una presa di posizione chiara e ribadita a più riprese a chi, sia a livello politico che di comitato dei residenti della zona di San Siro, continua ad esprimere fortemente contrarie al progetto che è invece stato pienamente appoggiato dal sindaco di Milano Beppe Sala e che, nelle passate settimane, ha ottenuto l'approvazione dell'interesse pubblico dopo un voto in Consiglio comunale.

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