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  • Processo alla Lazio: di chi sono le colpe?

    Processo alla Lazio: di chi sono le colpe?

    • M. A.
    Sfumato il sogno Champions, scatta il processo alla Lazio. Troppo forte la delusione per un traguardo inseguito dal 2007 e tante volte svanito al fotofinish negli ultimi anni. Stavolta la qualificazione sembrava alla portata della banda Pioli, rivelazione dell’ultima serie A. E invece - come riporta Il Tempo - tutto è andato storto, il Bayer ha dominato la gara di ritorno e il tecnico emiliano ha dovuto ammettere l’amara verità: «Non siamo pronti per questi livelli». Ma perché? La prima causa dei mali biancocelesti va rintracciata nel mercato. Cinque nuovi acquisti, tutti giovani - Hoedt e Patric per la difesa, Morrison e Milinkovic-Savic per il centrocampo, Kishna per l’attacco - nessun giocatore pronto per dare un contributo immediato. Col Bayer Pioli ha preferito affidarsi ai «vecchi» - promuovendo Onazi, finora ai margini del progetto - piuttosto che lanciare il gioiellino Milinkovic. Un messaggio chiaro: il serbo può diventare un ottimo giocatore, ma al momento non è pronto per questi palcoscenici, così come gli altri rinforzi. Per riabbracciare subito la Champions, alla Lazio servivano almeno tre titolari: un terzino sinistro, una mezz’ala e un attaccante. La società ha preferito puntare sul futuro. 
    Anche Pioli, principale artefice della cavalcata vincente dell’ultimo campionato, non è esente da responsabilità. Forse poteva affrontare la gara di Leverkusen con più coraggio, ma con ogni probabilità il risultato non sarebbe cambiato: anche all’andata, con Biglia e il classico 4-3-3, la Lazio aveva sofferto il ritmo del Bayer. Certo, i passi falsi nelle occasioni decisive diventano tanti (le due finali contro la Juve, il derby per il secondo posto e questo playoff, unica eccezione lo scorso 31 maggio a Napoli), ma a stonare sono soprattutto le parole contraddittorie dopo la sconfitta della BayArena: «Non siamo pronti per questi livelli. Mercato? Siamo competitivi così». E allora sognare la Champions è inutile.
    In ultimo, ma non per importanza, le responsabilità dei giocatori. L’estate è stata segnata dai litigi continui per la fascia di capitano: Candreva la voleva e si è lamentato, Biglia l’ha ricevuta ma preferiva un contratto più ricco, Radu si è arrabbiato quando il romano gliel’ha sottratta sabato scorso. Oltretutto ci sono i consueti mal di pancia legati al mercato, dal già citato Biglia al giovane Keita, per una situazione ad alta tensione già rilevata da Parolo ad Auronzo: «Manca la voglia di lottare insieme».

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