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  • Pulzetti al Chievo:|'Voglio lasciare il segno'
Pulzetti al Chievo:|'Voglio lasciare il segno'

Pulzetti al Chievo:|'Voglio lasciare il segno'

Dove eravamo rimasti? A Nico che saluta Verona e parte per una nuova avventura destinata a consegnargli la serie A. Ciao Hellas, ecco Livorno. Una nuova storia dopo due anni intensi in gialloblù. Tre anni e mezzo dopo, Nico Pulzetti torna a Verona. Spalle larghe, più maturo, sicuramente in possesso di un bagaglio professionale che lo ha arricchito non poco.
All'Hellas era talento tutto da scoprire. Oggi al Chievo dovrà dimostrare una volta di più di poter danzare tra i grandi campioni del calcio italiano. Ieri la presentazione. Nico ha scelto la maglia numero 84, si è sottoposto alle visite di rito, e si è messo subito a disposizione di Pioli. Pronto da subito.

Pulzetti, ritrova Verona tre anni e mezzo dopo l'avventura all'Hellas. Stavolta riparte dal Chievo. Lei come è cambiato?
«Arrivavo dalla C2, grazie al Verona mi sono fatto conoscere dal calcio che conta. Qui ho trovato il mio trampolino di lancio e all'Hellas sarò sempre riconoscente».
Livorno e Bari come l'hanno cambiata?
«Penso di essere più maturo. Ho alle spalle tante partite di B e di A. Metterò tutto me stesso a disposizione della causa. Ma voglio cercare anche di migliorare ancora il mio livello di rendimento».
Qual è l'allenatore che ricorda con maggiore piacere?
«Ficcadenti, Ventura, Camolese. Mi hanno insegnato benissimo il gioco del calcio e devo a tutti davvero molto».
Dove gioca Pulzetti?
«In mezzo al campo. Mezz'ala, destra o sinistra. Sono un giocatore molto fisico, e faccio della corsa e dell'aggressività le mie armi migliori. Vedo uno spazio, e mi ci butto dentro».
Bari che esperienza è stata?
«Sono stato benissimo a livello ambientale. Ringrazio tifosi e città. Sul campo, però, non ho trovato spazio, e nel mio ruolo ho giocato davvero poco. Mi sono ritrovato a fare l'esterno destro e anche il terzino. Dovevo fare il centrocampista e invece non l'ho mai fatto. E questo è un motivo che mi ha spinto ad accettare subito il Chievo».
Cos'è per lei il Chievo?
«A vederla da fuori una realtà molto piccola, ma capace di fare grandi cose. Se rimani così tanto tempo in serie A, vuol dire che le basi sono solide, e il club di sicuro è sano e dimostra serietà».
Arriva da una squadra in piena lotta per la salvezza e trova un gruppo che, invece, deve allontanare il pericolo di entrare nel girone dei dannati.
«Stiamo vivendo un campionato molto strano, e difficile per tutti. Nessuno può chiamarsi fuori dai giochi finché non avrà dalla sua parte la matematica certezza di non poter retrocedere. A Bari ho vissuto momenti neri: tanti infortuni e pochi punti. Qui a Verona la classifica è diversa e parla da sola. Ma non dovremo mai abbassare la guardia. Spero di poter salvarmi il prima possibile».
Pensa che il Chievo possa essere un ulteriore trampolino di lancio per lei?
«Lo spero tanto. Arrivai a Verona e poi mi ritrovai a giocare per la prima volta in serie A. Adesso arrivo al Chievo con l'idea di poter fare qualcosa di importante nei prossimi quattro mesi. Voglio lasciare subito il segno».
E il suo Hellas?
«Lo seguo, lo vedo soffrire, sento al telefono i vecchi amici. Vive una situazione particolare, ma non merita di stare così in basso. Sappiamo tutti che i tifosi dell'Hellas meritano molto di più. Così come la città non merita di avere una squadra in serie C».


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