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  • Quando Maestrelli rimandò in campo la Lazio senza intervallo...

    Quando Maestrelli rimandò in campo la Lazio senza intervallo...

    Caro Direttore,
    il 14 aprile 1974, la Lazio guidata da Tommaso Maestrelli era in testa al campionato e quella domenica doveva affrontare il Verona all'Olimpico. Dopo i primi 45 minuti, l'Hellas vinceva per 2-1.

    Al momento di rientrare negli spogliatoi per l'intervallo, Maestrelli capii che i suoi ragazzi avevano sbagliato l'approccio alla gara , decise allora di anticipare l'arrivo dei giocatori e si piazzò davanti alla porta dello spogliatoio. Quando giunsero i suoi uomini, intimò loro di tornare immediatamente in campo.

    Il pubblico presente sgranò gli occhi, i biancocelesti erano appena scesi per l'intervallo di metà gara e, subito, erano di nuovo sul terreno di gioco, schierati ognuno nella propria posizione.

    Fu una mossa tattica che solo una mente acuta come quella di Tommaso Maestrelli poteva inventare . È noto come la Lazio fosse divisa in due  clan che si cambiavano in spogliatoi diversi, il venerdì se le davano di santa ragione nelle partitelle d'allenamento, ma la domenica erano uniti come non mai.

    Maestrelli era un secondo padre soprattutto per Chinaglia, il vero leader della Lazio. Long John era spesso ospite a cena a casa del suo allenatore con il quale si sfogava e si confidava.

    Il buonsenso, l'educazione, la sobrietà, ma anche la sagacia tattica facevano assumere al buon Tommaso ( pisano di nascita ma barese di adozione poiché aveva a lungo militato nelle file dei galletti e in Puglia aveva conosciuto la moglie Lina ) i tratti del pater familias .

    Quel giorno di 40 anni fa, la Lazio terminò la partita col Verona vincendo per 4-2 e, poche settimane dopo, conquistò il primo storico scudetto .

    L'artefice di quella cavalcata fu Tommaso Maestelli , un gentleman che purtroppo ci ha lasciato presto e che manca a questo pazzo mondo del pallone .

    Ricordarlo è una gioia per gli occhi perché, era così amato dai suoi giocatori, che lo volevano come Ct della nazionale.

    Alessandro Chiari, Firenze 

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