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  • Quelli che 'Higuain non mi piace'

    Quelli che 'Higuain non mi piace'

    • Luca Borioni

    Higuain alla Juventus è un colpo senza precedenti sotto molti aspetti, nelle modalità di mercato come nella sostanza tecnica, perché non era mai accaduto in Italia che un giocatore passasse da una squadra all’altra grazie alla clausola rescissoria e perché la squadra bianconera ne esce decisamente rafforzata.

    Eppure la sensazione è che Higuain non sia uno di quei fuoriclasse capaci di mettere tutti d’accordo, come Messi o Ronaldo, nonostante la valanga di gol segnati nella scorsa stagione a Napoli. L’argentino ha trovato con Sarri gli equilibri necessari per valorizzare al meglio la sua notevole efficacia sotto porta, cosa che non gli era ruscita pienamente con Benitez e neppure in precedenza, quando aveva scelto di lasciare il Real Madrid per trovare una chance di maggiore continuità.


    Il giocatore ha un carattere complicato. In campo sorride raramente e se questo da un lato è un sintomo della sua spietata determinazione da bomber, al tempo stesso in partita fa emergere un nervosismo a volte fuori luogo e autolesionista. Higuain che manda a quel paese il compagno che non gli ha passato la palla, Higuain che con gesti di stizza sottolinea la contrarietà per le decisioni dell’arbitro, Higuain che talvolta si lascia andare a gesti clamorosi sempre a proposito del direttore di gara di turno. Qui si inserisce l’ironia antijuventina, ma non è diffiile rilevare come buona parte della stessa tifoseria bianconera non sia rimasta così affascinata dalla clamorosa iniziativa di mercato decisa dal club.

    Del resto, il colpo Higuain segna una svolta netta sul piano della crescita finanziaria della Juventus. Forse in passato non ci sarebbe stata la sfrontatezza necessaria per sfilare il campione più rappresentativo alla squadra rivale, ma di fatto non ci sarebbe stata la disponibilità economica attuale, i 90 milioni più ingaggio necessari a mettere il progetto nero su bianco.

    Nessuno si sorprende. La clausola rescissoria fa parte ormai delle dinamiche di mercato, quando viene stabilita si prevede la possibilità che possa essere utilizzata. Quando questo accade non c’è più spazio per i rimorsi o i sentimentalismi. Solo per le esibizioni dialettiche di De Laurentiis, che sotto la maschera non piange. Eppure il clamore resta. La vicenda Higuain mette in evidenza una volta per tutte i tanti contrasti tra il calcio supermanageriale e quello classico, patrimonio dell’immaginario dei tifosi. La Juve non ha agito da Juve, dicono questi.  

    Fatto sta che Allegri ora ha a disposizione molte più variabili offensive, una serie di possibilità che lasciano immaginare giocate mirabili grazie alla fantasia e al dinamismo di Dybala abbinati alla forza di Higuain, il tutto in un complesso già consolidato e di grande valore. Ma questo non basta a placare i dubbi sull’opportunità di scommettere 90 milioni su Higuain, ovvero su un solo giocatore, piuttosto che procedere nel lavoro di crescita che ha portato fin qui ottimi risultati. La scommessa è stata fatta per la roulette della Champions, dove non sempre al potenziale tecnico corrispondono vittorie. E questo aggiunge incertezze.

    Insomma, da adesso in poi spetta a Higuain dare risposte. Se possibile con qualche gesto di stizza in meno. Dovrà mantenere la spietata determinazione per gestire le pressioni, per continuare a fare gol, per rendere la Juventus una squadra da Champions.


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